Tremonti: la missione è distruggere il ministero dell’Ambiente

Con tanta fatica con le leggi finanziarie 2007 e 2008 avevo riportato al ministero dell’ambiente quei fondi indispensabili ad approvare un minimo di politiche ambientali.

E come riconosce Stefania Prestigiacomo, in questi anni il tracollo è stato progressivo fino al provvedimento di oggi che porterebbe le somme destinate alle politiche ambientali (escluse le spese fisse e per il personale) da 1,3 miliardi di euro a circa 120 milioni, un taglio del 90%.

Sembra che la missione di Berlusconi e Tremonti sia stata quella di azzerare il ministero dell’Ambiente.

In gran parte ci sono già riusciti, purtroppo, tranne singole encomiabili eccezioni, senza significative battaglie delle opposizioni.

Del resto noi Verdi siamo stati scacciati dal Parlamento, grazie all’operazione “voto utile” (a chi?) di Veltroni e soci del 2008.

E quindi mentre la UE, tanti Stati e imprese scelgono e investono sulla green economy, in Italia si azzerano i fondi per i parchi, la mobilità sostenibile, la riduzione della CO2, la lotta ad dissesto idrogeologico, le bonifiche, le rinnovabili etc.

Certo, forse resisteranno alcuni fondi come quello rotativo per Kyoto che inserimmo nel 2008 e il conto energia che è garantito dalle tariffe, ma il disastro complessivo è evidente.

Occorre riorganizzare una vera rete della green economy a partire proprio dal mondo delle professioni, delle imprese, della ricerca, del nuovo associazionismo civile e dalle istituzioni locali innovative.

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