#SOSAdriatico: le trivelle minacciano ambiente e turismo

Il Governo Renzi, per bocca del Ministro dello sviluppo economico, promette trivelle nell’Adriatico e nel Sud, mentre anticipa ancora tagli al solare e alle rinnovabili.
L’Adriatico è un mare molto delicato, con fondali bassi e lentissimo ricambio delle acque. Invece di fare a gara con la Croazia su chi trivella prima, bisognerebbe preoccuparsi dell’estrema fragilità dell’habitat di questo mare e del rischio catastrofico che un qualunque incidente petrolifero farebbe correre all’ambiente, ma anche all’importante industria turistica di questa zona. Un problema che riguarda sia l’Italia che gli altri paesi costieri.
Un qualsiasi incidente petrolifero nel Mediterraneo potrebbe avere conseguenze gravissime perché è un mare quasi chiuso, e nell’Adriatico, che è quasi un golfo (all’epoca della Serenissima veniva chiamato Golfo di Venezia).
La proposta seria e lungimirante sarebbe quella di rendere l’Adriatico un’area a tutela speciale, disciplinando anche la navigazione di carichi pericolosi e la pesca intensiva. Una vecchia visione ‘fossile’, invece, preferisce correre rischi incalcolabili per quantitativi di idrocarburi che, a detta di molti esperti, coprirebbero il fabbisogno italiano per un brevissimo periodo.
Greenpeace osserva, con efficacia, che le 22 milioni di tonnellate di petrolio estraibili in Adriatico entro il 2020 sono ben poca cosa di fronte ad un consumo nazionale che nel solo 2012 è stato di 63 milioni di tonnellate. Un rischio enorme e per di più di fronte ad un beneficio davvero tutto da verificare.

Occorre fare appello a tutti i Parlamentari responsabili, ma anche ai Presidenti delle regioni adriatiche per bloccare questa follia.
Ma occorre anche appellarsi ai cittadini perché eleggano domenica 25 Maggio dei candidati sinceramente NO TRIV e PRO SOLARE.
L’Europa non può mettere a rischio l’Adriatico e il Mediterraneo per questa folle corsa delle multinazionali del petrolio a trivellare i fondali marini e oceanici proprio mentre l’ONU chiede di ridurre le emissioni di CO2 e triplicare le rinnovabili.

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