Pazzo il clima o noi?

Tromba d’aria (oggi la definiscono ‘mini tornado’) a Santa Severa questa domenica, per fortuna alle 7 del mattino, un orario senza folla.
Oggi tempesta di fulmini a Genova ed ennesimo nubifragio a Roma, e si potrebbe continuare a lungo citando questi  fenomeni atmosferici sempre più  frequenti anche in Italia.

 

Chi è ‘impazzito‘? Non è il clima. Molti però, non capiscono  che occorre adattarsi ai cambiamenti climatici già avvenuti, definendo strumenti di allerta e di prevenzione più adeguati.
A causa del mare più caldo e del maggiore tasso di umidità, come dicono da anni tutti gli scienziati, i fenomeni climatici estremi (bombe d’acqua, piccoli tornado o piccoli uragani…) saranno sempre  più frequenti anche nel Mediterraneo.

 

Sono un anticipo di quello che potrebbe avvenire se non riduciamo drasticamente le nostre emissioni di CO2 dovute all’uso di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas…).
Ecco perché continuare a proporre trivellazioni petrolifere in mare o nelle nostre campagne è assurdo!
Ma mentre ridurre la CO2 serve ad evitare il rischio del futuro innalzamento catastrofico del livello dei mari, nel frattempo occorre anche adattarsi ai cambiamenti già avvenuti.
Ho tentato invano di farlo capire quando, il 13 Settembre del 2007, nella sede FAO di Roma, convocai la Conferenza Nazionale sul Clima.
Ottenni la più autorevole presenza di scienziati ed istituzioni mai vista in Italia  sul tema dei cambiamenti climatici, ma fui attaccato perché dicevo che gli esperti concordavano che il livello della temperatura dei nostri mari sarebbe aumentato troppo.

 

Fu utilizzato un errore di battuta di un’agenzia di stampa per montare un’accusa di catastrofismo occultando tutto l’eccellente lavoro preparatorio di mesi realizzato dalle migliori istituzioni scientifiche del settore e il contributo di migliaia di persone.
La mia proposta di varare un piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici è stata sottovalutata ed irresponsabilmente accantonata per anni.
Solo ora molti capiscono quanto fosse importante migliorare la rete di previsione ed allerta sui fenomeni atmosferici estremi e tutte le misure contro il dissesto idrogeologico dovuto alla modifica in atto del sistema delle piogge.
Dobbiamo diffondere almeno tra i cittadini la consapevolezza che non è il clima ad essere pazzo o cattivo, sono pazzi quei responsabili (irresponsabili) istituzionali che perdono tempo nella stucchevoli ed eterne diatribe politiche, locali o nazionali senza studiare cosa sta avvenendo al nostro ambiente e provare, almeno in parte, a varare interventi non rinviabili.
Molti sindaci e amministratori locali hanno capito che questa è un’emergenza da affrontare subito, ma quel Parlamento dei nominati senza voti, sempre più distante dai problemi reali, avrà bisogno di un tornado su Palazzo Madama o Montecitorio per agire?

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