Basta incendi: rafforziamo il Corpo Forestale

Pubblico questo interessante intervento di Giuseppe Vadalà, Dirigente del Corpo Forestale dello Stato e primo comandante del NIAB, Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi istituito nel 2001.

 

LA MANO CRIMINALE DELL’UOMO SUGLI INCENDI BOSCHIVI:

GIUSTA L’INTUIZIONE E L’AZIONE DEL GOVERNO DI 13 ANNI FA

 Il Corpo forestale dello Stato di Isernia ha condotto a termine nei giorni scorsi una brillante operazione che ha condotto alla custodia cautelare di un pompiere stagionale discontinuo che invece di prevenire e spegnere gli incendi di bosco, li provocava in modo criminale con ingegnosi ordigni incendiari rudimentali che gli consentivano, lanciandoli dall’auto in corsa e quindi riducendo al minimo il rischio di essere sorpreso, di provocare incendi con danni, distruzioni, spese ingentissime per lo spegnimento e soprattutto pericolo per le vite umane.

L’individuazione è stata possibile sulla base delle riprese effettuate che hanno mostrato agli italiani dal vero e in tempo reale, grazie alla divulgazione del filmato attraverso i mass-media autorizzata dalla Procura di Isernia, quello che da anni è la tristissima realtà degli incendi e la quotidiana lotta condotta ogni anno a salvaguardia dei nei nostri boschi e delle nostre campagne contro gli incendiari dolosi o colposi.

Sono decine ogni anno le operazioni, come questa, condotte dal Corpo forestale dello Stato, che consentono di sottoporre a arresto in flagranza o a custodia cautelare gli incendiari.

Tutto questo è stato possibile grazie all’intuizione e all’azione governativa che nell’agosto del 2000, nel pieno di un’ennesima stagione terribile di incendi, ha trasformato gli incendi boschivi, per le cause che li determinano, da fenomeno di protezione civile a una qualsiasi fenomenologia criminale, ideando il reato specifico di incendio boschivo e consentendo le conseguenti attività alla stregua di una normale indagine.

Sulla base della trasformazione normativa e dei nuovi strumenti investigativi previsti, oggi è possibile affrontare questo tipo di reato con l’attività di analisi criminale preventiva per l’individuazione dei target da sottoporre a indagine, con le idonee tecnologie utili a questi casi, con l’analisi chimico fisica degli ordigni rudimentali catalogati, per l’individuazione degli stessi dai residui lasciati sul campo.

Il 98% degli incendi boschivi sono appiccati per colpa o per dolo, quindi per cause umane precise, individuabili e oggi ampiamente studiate e conosciute anche per singoli territori.

Per gli incendi colposi possono essere messe in atto importanti e efficaci azioni di prevenzione mirate a ridurre i pericoli delle azioni e il combustibile rappresentato dai residui della vegetazione che gli agricoltori hanno esigenza di distruggere con il fuoco; per gli incendi dolosi il contrasto e la fermezza delle norme costituiscono il miglior deterrente per l’affermazione della legalità.

Giuseppe Vadalà – dirigente del Corpo forestale dello Stato

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