No alle trivelle in Adriatico

La regione Marche ha fatto un altro passo avanti nella benemerita battaglia contro le trivellazioni petrolifere nell’Adriatico e nel Mediterraneo. Questo è un gran bel segnale, proprio la settimana successiva al lancio della terza edizione da Napoli della campagna “Mediterraneo Da Remare”.

Dal 1987 mi batto contro le trivellazioni petrolifere a mare, e allora riuscimmo per la prima volta a ottenere un divieto. Il Parlamento, infatti, vietò le trivellazioni che la società petrolifera Elf voleva realizzare di fronte Ravello e Amalfi, e con una norma si dichiararono zone libere trivellazioni petrolifere i Golfi di Napoli e di Salerno e la zona delle Isole Egadi.

 

Su questo blog sono intervenuto più volte contro le trivellazioni a mare, condannando la posizione di Monti e Passera, e sottolineando la necessità di una moratoria a livello internazionale, considerando anche i disastri ambientali già avvenuti come quello della BP nel Golfo del Messico o quello avvenuto recentemente in Nuova Zelanda.

In Italia ormai il mare è pressato dalle compagnie petrolifere, in particolare nell’Adriatico, un mare particolarmente delicato e soprattutto con un ricambio delle acque molto lento.

 

Proprio qui, sulle coste venete ed emiliane insistono circa 50 piattaforme e sono attivi 940 pozzi per estrarre gas. Anche sul versante delle Marche e dell’Abruzzo, la situazione non è differente, numerose piattaforme si sono sviluppate e altre potrebbero sorgere a breve per l’estrazione di idrocarburi.

Lo scorso anno ho lanciato insieme a Carlo Petrini al professor Danovaro Roberto, a Rosalba Giugni ed altre personalità impegnate nella difesa del nostro mare un Appello per la moratoria internazionale per il Mediterraneo, ho proposto diverse petizioni e per questo sono felice di sostenere la proposta di legge presentata al Parlamento nazionale, dal Consiglio Regionale delle Marche, per il “No alle trivelle in Adriatico”, dove si sottolinea la netta contrarietà alla possibilità di riavviare le procedure autorizzative per nuove trivellazioni in mare.

Si tratta di un’iniziativa in difesa delle coste marchigiane per fermare le compagnie dell’oro nero che con le loro attività rischierebbero di distruggere i fondali, produrre un forte inquinamento costiero, a causa degli idrocarburi, e compromettere l’attività tradizionale di pesca. La proposta di legge tenta di salvaguardare l’ambiente marino e il turismo, fonte economica indispensabile per il nostro Paese.

I rischi legati a possibili incidenti alle piattaforme petrolifere sono infinitamente più gravi di possibili benefici di queste ricerche. Occorre impegnarci tutti per sostenere questa benemerita iniziativa della regione Marche ma soprattutto per ottenere a livello internazionale la protezione del Mediterraneo, un mare che attualmente sostiene la più pesante attività di trasporto che esista nel pianeta.

 

In basso è possibile scaricare la proposta di legge in PDF:

No alle trivelle in Adriatico

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