Stamattina davanti la Corte di Cassazione si sono incontrate le associazioni ambientaliste Marevivo, Lipu e Fondazione UniVerde per sostenere l’azione del Coordinamento Nazionale No triv e le dieci regioni che hanno presentato la richiesta di Referendum No Triv.
Il Governo adesso ha due strade: abrogare le norme favorevoli alle lobby petrolifere o affrontare il voto degli elettori e lo scontro con le Regioni italiane. Purtroppo temo che proverà a bloccare il referendum presso la Corte Costituzionale, con qualche legge ad hoc e infine con la censura per far mancare il quorum.
Ringrazio i movimenti e i comitati No Triv, le decine di migliaia di cittadini attivatisi sul web a sostegno della petizione Referendum #notriv e le regioni che hanno resistito al pressing pro trivelle arrivato da Roma.
Oggi lo Sblocca Italia del Governo Renzi incassa dieci sonori ceffoni. Da oggi massima mobilitazione per difendere il diritto al referendum e ottenere nel 2016 che l’Italia scelga energie rinnovabili, turismo e agricoltura sostenibili e non petrolio e trivelle. Possiamo vincere come nel 2011 contro il nucleare.
«Dal 1986, Marevivo – dichiara Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – si è battuta contro le trivelle nel golfo di Napoli. Queste dieci Regioni dimostrano che bisogna essere coraggiosi e guardare avanti, senza restare ancorati al passato, puntando sull’innovazione e le fonti rinnovabili. L’Italia non deve restare indietro, soprattutto in vista della Cop 21 che si terrà a Parigi, ma agire prontamente per ridurre le emissioni di gas serra nella lotta ai cambiamenti climatici. Bisogna proteggere le nostre coste e il mare, una risorsa insostituibile».