I nostri mari, le nostre campagne minacciate dal petrolio

Cinque regioni hanno già votato per dare al popolo italiano il diritto di esprimersi sull’abrogazione delle leggi pro trivellazioni degli ultimi Governi.

Ieri nell’assemblea del Consiglio regionale della Sicilia il PD locale, evidentemente richiamato dalle lobby petrolifere, con un voltafaccia senza vergogna ha bloccato la delibera pro referendum non facendo così raggiungere la maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio, necessaria per presentare entro il 30 settembre la richiesta in Cassazione.

Abbiamo raccolto, in meno di un mese, oltre 37000 firme su Change.org per una petizione rivolta a tutte le Regioni, a sostegno dell’appello lanciato dal Coordinamento nazionale No Triv. La raccolta continuerà fino al 30 settembre.

Oggi pomeriggio sarà la volta del Consiglio Regionale dell’Abruzzo. Entro il 29 dovrebbero votare anche la Regione Campania, il Veneto, la Liguria, la Calabria e speriamo anche il Lazio, la Lombardia e il Piemonte.

Le lobby, e la parte più fossile del PD nazionale,  sono scatenate contro questi referendum. Vi chiedo di scrivere e controllare la presenza e il voto dei tanti Consiglieri regionali che in tante Regioni si sono schierati in questi mesi contro le trivellazioni. Verifichiamo che siano presenti e votino le due delibere con i quesiti referendari per abolire le norme filo petrolio del Decreto competitività e dello Sblocca Italia. Le assenze potrebbero servire a non raggiungere il quorum necessario alla validità delle delibere .

Sono giorni decisivi!

Faranno pressioni e disinformazione per bloccare questi referendum e riproveranno poi in Cassazione, in Corte Costituzionale e ancora cercando di non far raggiungere il quorum al referendum. Dobbiamo tenere duro come con il voto sulla acqua pubblica e il referendum del 2011.

Il futuro dell’Italia è il turismo, l’agricoltura, le rinnovabili, l’innovazione non certo nel petrolio e nel degrado ambientale.

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