Killer del Mare. Blocchiamoli

La Guardia di finanza ha bloccato in Campania, nei giorni scorsi, i ‘datterari‘ che contro tutte le norme continuano a distruggere i fondali marini per staccare dalle rocce i datteri di mare, di cui è dal 1988 proibita la pesca, la vendita e il consumo.

 

Il 3 agosto c’era stato un altro intervento in Puglia un commerciante ittico 63enne di Bisceglie trasportava 80 kg di datteri di mare ed è stato denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Trani alla locale Procura della Repubblica per violazione delle norme in materia di pesca e acquacoltura.

Anche il 6 agosto a Crotone, la Capitaneria di porto ha denunciato tre persone per la pesca illecita del dattero di mare. I tre denunciati avevano già asportato circa 2,5 chili di datteri di mare.

Oltre ai datteri, sono state sequestrate le attrezzature utilizzate illecitamente.

Chi ancora si ostina a mangiare un piatto di linguine con il prezioso mollusco, dovrebbe sapere che ha contribuito alla distruzione di 10 metri quadrati di fondale marino.

Un datteraio professionista riesce a raccogliere fino a 25 chili di datteri al giorno, provocando la desertificazione di 5 chilometri di costa ogni anno e, se consideriamo che per completare la sua crescita, un dattero di mare impiega fino a 80 anni, il danno all’ecosistema è ineguagliabile.

Un giro di affari che Legambiente nel 2010 ha valutato di circa due milioni di euro l’anno nella sola penisola sorrentina, la zona più battuta in Italia per questo tipo di pesca illegale. Il danno ambientale, calcolato ogni anno solo in Campania, si stima intorno a 70.000 metri quadrati di desertificazione dei fondali e in altri 30.000 in Salento. Se le coste campane e pugliesi sono le più battute dai pescatori di frodo, si registrano frequenti casi anche in Toscana, a Giannutri, piena area marina protetta; nelle Cinque Terre e nel litorale spezzino; nelle coste sud orientali della Sicilia. Lì dove la costa è calcarea (falesia calcarea) è molto facile trovare qualche sub armato di martello e scalpello.

 

Il danno che arrecano questi delinquenti ai fondali marini è, quindi, enorme e irreversibile.

Sono dei veri killer del nostro mare.

Complimenti al lavoro delle forze dell’ordine perché spesso i crimini contro l’ambiente sono sottovalutati anche perché ancora puniti con semplici contravvenzioni.

Una ragione in più per continuare la battaglia affinché il Parlamento inserisca nel Codice Penale il capitolo dei delitti contro l’ambiente che approvammo in Consiglio dei Ministri nel 2007.

Mi rivolgo e rilancio così anche un appello che da anni fanno le mie amiche di  Marevivo.

Non comprate mai i datteri di mare, anzi segnalate alle autorità, i negozi o i ristoranti che ancora li vendono.

Se amiamo il mare dobbiamo sradicare questo mercato illegale. 

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