Terremoto in Emilia: duplice tragedia

Il terremoto in Emilia con vittime, feriti e crolli conferma i rischi di un Paese sismico come l’Italia, anche in aree che in genere riteniamo meno in pericolo.

Stavolta il dramma rischia di essere duplice.

Un nuovo decreto da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale prevede che lo Stato non debba più provvedere alla ricostruzione delle abitazioni danneggiate a causa di calamità naturali.

È saltato un principio di solidarietà nazionale.

Secondo questo provvedimento, i cittadini dovranno preoccuparsi di fare un’assicurazione privata contro terremoti e altre calamità.

In altri Paesi esistono procedure simili ma in Italia chi è a conoscenza di questa modifica?

Per un cambiamento di tal entità, la riforma prevede un decreto attuativo e un periodo transitorio per consentire ai cittadini che vivono in un paese sismico di provvedere all’assicurazione ma ancora senza un vero dibattito pubblico e, per ora, senza prevedere un’assicurazione obbligatoria.

Inoltre, se non si obbligano le compagnie di assicurazione a prezzi onesti e simili, in ogni città, si potrebbero avere cifre speculative in zone a rischio e creare una discriminazione tra le diverse aree del Paese.

E per i più poveri non si dovrebbe prevedere che sia un ente pubblico a pagare tale assicurazione?

Queste, come riporta la stampa, le dichiarazioni di Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, ieri ai Giovani imprenditori di Confindustria.: «Quella sull’Aquila è stata l’ultima azione d’intervento sulla popolazione. Purtroppo per il futuro dovremo pensare alle assicurazioni perché lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle calamità: gli aquilani sono stati gli ultimi a ricevere assistenza».

Quindi i cittadini dell’Emilia saranno aiutati dallo Stato o no?

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