Oggi, sempre da Creuzanews, ricevo e pubblico quest’articolo sulla svolta Green del settore di Information Tecnology.
Del resto la crescita del mondo digitale impone alle aziende del settore una crescente responsabilità in chiave di Sostenibilità ambientale.
In un momento in cui le politiche green soffrono per l’incapacità di leader e Governi di interpretarle in maniera coraggiosa come leva per una nuova fase di sviluppo, un’occasione di rilancio arriva dalla tecnologia, che si pone sempre più come strumento principe per tradurre in realtà l’idea di una crescita sostenibile. Si moltiplicano infatti le soluzioni IT che rendono più facile e conveniente adottare atteggiamenti responsabili nei confronti dell’ambiente: la loro diffusione nella nostra vita di tutti i giorni è ormai un dato di fatto, e la politica, prendendone atto e favorendola, si conquisterebbe un agevole quanto importante merito, quello cioè di aver accelerato un fenomeno comunque inarrestabile, riconquistandosi con una visione intelligente e lungimirante un ruolo guida per i cittadini che negli ultimi anni ha smarrito.
Lo Smarter2020 Report della Global e-Sustainability Initiative (GeSI), pubblicato qualche settimana fa, offre interessanti prospettive in questo senso analizzando il contributo dell’Information Technology nella lotta ai gas serra. Un’ulteriore conferma sul piano applicativo arriva dal progetto finanziato dall’Unione europea ENERsip (ENERgy Saving Information Platform for Generation and Consumption Networks) secondo il quale l’IT potrebbe farci risparmiare fino al 30% dell’elettricità attualmente consumata nelle nostre città grazie a una gestione intelligente dell’energia nelle nostre case e degli impianti che la forniscono. Gli scienziati che partecipano al progetto hanno costituito un consorzio*, hanno quindi progettato, sviluppato e testato una piattaforma IT che combina micro-generazione dell’energia da piccoli impianti a fonti rinnovabili e il suo scambio attraverso reti intelligenti all’interno di distretti.
Gli abitanti di questi distretti hanno accesso alla gestione dell’energia che consumano tramite internet contribuendo in maniera diretta a renderla più efficiente. Questo sistema “fornisce agli utenti informazioni sul proprio consumo, permettendo di individuare le apparecchiature che consumano più energia, suggerendo le soluzioni di risparmio, tentando di modificare alcuni comportamenti che producono gli sprechi, stimolando le buone pratiche che poi si traducono in un alleggerimento delle loro bollette”, spiega José Ignacio Moreno, docente del Dipartimento di Ingegneria Telematica della Universidad Carlos III di Madrid (UC3M), capofila del progetto. In questo modo, “la piattaforma ENERsip – prosegue – consente di monitorare elettrodomestici e l’insieme delle apparecchiature elettriche di un’abitazione attraverso una rete di sensori e attuatori che possono essere gestiti in modalità wireless tramite applicazione web. Il sistema dispone inoltre di funzioni automatiche che permettono ad esempio di utilizzare prevalentemente l’energia pulita nel momento in cui gli impianti a fonti rinnovabili installati nel distretto (ad esempio, impianti fotovoltaici installati sui tetti delle case) sono al picco della produzione, il che consente di ridurre i flussi di energia tra distretti e, di conseguenza, gli sprechi e i costi”.
Secondo il test condotto in piccola scala su tre edifici situati in tre punti geografici diversi in Israele e attraverso simulazioni al computer, con questa piattaforma è possibile risparmiare nelle case fino al 15-20% di elettricità, cui si somma un ulteriore 15-20% ottenibile dall’utilizzo ‘smart’ dell’energia autorprodotta riducendo la trasmissione dell’energia. I dati ottenuti dalle prime sperimentazioni confermano il potenziale di risparmio energetico già intravisto con simili progetti che fanno stimare una diminuzione dei costi nell’ordine di circa 600 miliardi di euro nell’anno 2020 grazie all’utilizzo di applicazione IT per l’incremento dell’efficienza energetica.
Quale potrebbe essere il contributo della politica nel raggiungimento di questo risultato? Per Gregorio López, ricercatore della UC3M, il suo compito è favorire un clima positivo per la diffusione di queste iniziative prevedendo, ad esempio, incentivi per quei cittadini che decidono di partecipare e garantendo loro che non sarebbero compromessi i livelli di comfort cui erano abituati.
*Il consorzio ENERsip è costituito da dieci partner provenienti da cinque paesi europei, guidati dalla società spagnola Tecnalia. Partecipano inoltre Amplia Soluciones (Spagna), Honeywell (Repubblica Ceca), IEC (Israel Electric Corporation, Israele), ISA (Intelligent Sensing Anywhere, Portogallo), ISASTUR (Ingeniería y Suministros de Asturias S.A., Spagna), MSIL (Motorola Solutions Israel Ltd, Israele), centri di ricerca e università quali l’ISR-UC (Institute of Systems and Robotics-University of Coimbra, Portugal), l’UC3M (Universidad Carlos III of Madrid, Spain) e VITO (Vlaamse Instelling voor Technologisch Onderzoek, Belgio).
FONTE: Creuza news