16 ottobre: giornata mondiale dell’alimentazione

Sosteniamo ActionAid: agroecologia contro la fame.

Ieri sono stato all’iniziativa di ActionAid per lanciare la campagna “Operazione Fame”. Mi è tornato in mente quando nel 1981 sostenni le prime campagne radicali di sciopero della fame, e denutrizione, per ottenere che il governo italiano rispettasse l’impegno a versare, come l’ONU chiedeva a tutti i Paesi industrializzati, lo 0,7% del proprio Pil per la cooperazione internazionale al fine di sradicare la povertà.

Ho sempre sostenuto le iniziative della FAO e di altre realtà impegnate a eliminare questa vergogna planetaria.

Dopo trent’anni, la lotta alla fame nel mondo resta sempre una priorità, perché è noto che sono le diseguaglianze a causare la fame.

Sono 842 milioni le persone che soffrono la fame, nonostante al mondo sia prodotto cibo sufficiente a sfamare molte più persone di quelle che oggi lo abitano. La causa di questo squilibrio va ricercata in un sistema di produzione e distribuzione che si è rivelato fallimentare. Cambiare questo modello e creare una “nuova democrazia del cibo” è l’obiettivo di “Operazione Fame”, la campagna d’informazione e raccolta fondi promossa da ActionAid.

Un dato rende bene l’assurdità dell’attuale modello: tre quarti delle persone che soffrono la fame, 652 milioni di persone, vivono laddove il cibo si produce. E il 75 per cento dei Paesi che presentano fenomeni di denutrizione sono esportatori di cibo. Al primo posto nella classifica delle aree più affamate della Terra c’è l’Asia del Sud con 304 milioni di persone, al secondo posto l’Africa subsahariana con 234 milioni.  Non sono solo i Paesi più poveri a soffrire la fame, segno che l’equazione “Pil più alto è uguale a un maggiore benessere delle personeè un’illusione. La fame è un problema che colpisce anche 15,7 milioni di persone che vivono nei Paesi industrializzati. La crisi economica e sociale che ha investito i Paesi europei ha prodotto sacche di povertà e molti Paesi si sono trasformati in veri e propri incubatori di disuguaglianze e nuova povertà.

Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia ha sottolineato che: “Viviamo in un mondo attraversato da paradossi globali dove c’è chi mangia troppo poco, chi non mangia affatto, chi mangia troppo e si ammala e chi addirittura gioca in Borsa, speculando sui prezzi del cibo. La sfida è costruire una nuova democrazia del cibo dove a dominare non sia solo il mercato, ma tutti gli attori che ne sono coinvolti. Solo ricreando e riequilibrando la relazione tra chi produce e chi consuma, tra chi mangia e chi non mangia, si può immaginare dei ridisegnare un sistema più giusto che garantisca il cibo a tutti”.

ActionAid sta cercando di costruire un modello diverso in un Paese pieno di contraddizioni, il Brasile. Si tratta di un paese dal Pil in costante crescita, ma con 16 milioni di poveri assoluti: qui ActionAid promuove un modello alimentare alternativo, basato sui principi dell’agroecologia, con l’obiettivo di garantire a quasi 10.000 persone la sicurezza alimentare nella regione semi arida di Bahia, nell’ultimo anno messa in ginocchio da un’eccezionale siccità.

La scelta di ActionAid di rispondere all’emergenza fame con un’iniziativa di agricoltura naturale, direi Permacoltura, è una scelta giusta e da sostenere.

Di fronte a chi continua a propagandare gli Ogm in agricoltura come rimedio alla fame, questa è una risposta operativa ed onesta.

 

Per contribuire alla campagna “Operazione Fame”, dal 21 ottobre al 31 ottobre, sarà possibile inviare un sms da 2 euro al 45508 da cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e No’verca o da rete fissa TWT; oppure di 2 o 5 euro da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb, dando un aiuto concreto al progetto di ActionAid in Brasile.

Aderite numerosi!

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