Gelo e cambio climatico. Perché Nessuno ne parla? Nevicate come non se ne vedevano da trenta anni.
La laguna di Venezia ghiacciata come non accadeva da sessanta anni.
Nei mesi scorsi incendi straordinari in Australia o a Mosca nell’estate più calda che si ricordi e record di uragani di massima intensità, bombe d’acqua e tifoni. Sono sempre eventi ‘eccezionali’ o rappresentano la nuova regola?
Quando nel 2007 l’Ipcc, organismo scientifico dell’Onu, presentò il rapporto quadro sui cambiamenti climatici, molti dissero che erano catastrofisti.
E quando nel settembre 2007 organizzai a Roma, nella sede FAO, la più importante conferenza italiana sul clima fui attaccato e denigrato come allarmista.
Ricordavo, inascoltato, che l’Onu raccomandava non solo la riduzione di emissioni di Co2 ma anche piani di adattamento ai cambiamenti del clima, già in atto, che stavano accelerando.
Niente da fare. Tanti nel centrodestra, e anche nel centrosinistra, erano troppo entusiasti di nucleare, carbone, inceneritori, ponte sullo stretto, e non volevano spostare fondi per l’adattamento e quindi la prevenzione.
Oggi qualcuno nel Governo, in Parlamento, nei partiti, nei media, nel Paese si concentra su questo allarme?
Leggo qualche voce solo sul Web.
Spero che tanti raccolgano quel messaggio lanciato nel 2007 e che è sempre più di attualità: “il clima è cambiato”.
Per evitare il peggio, dobbiamo di certo svoltare verso la green economy e ridurre le emissioni inquinanti.
Per evitare disastri e morti per ‘emergenze climatiche’ occorre investire nella prevenzione con piani di adattamento ai cambiamenti, ormai già in atto.
Me lo auguro davvero ma non credo che per un prossimo grande gelo occorrerà attendere altri trenta o sessanta anni.
E comunque premunirci è intelligente.
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