Un Codice ambientale partecipato

In Consiglio dei Ministri  siamo riusciti ad approvare – in seconda lettura – il Codice Ambientale. E’ stata una battaglia lunga, iniziata nella scorsa legislatura per cercare di dare regole più trasparenti sulla tracciabilità dei rifiuti e per la modifica del sistema della valutazione di impatto ambientale; abbiamo avuto un ostruzionismo durissimo per evitare questa riforma, ma finalmente una sua parte importante è stata approvata.
Tracciabilità dei rifiuti significa garantire il loro percorso “dalla culla alla tomba”, con regole chiare che riducano le possibilità per le ecomafie di utilizzare questo grande mercato illecito dei rifiuti tossico-nocivi. Adesso questa norma deve diventare legge dello Stato. Attendiamo l’ultimo passaggio, la cosiddetta “terza lettura”, per poter arrivare – entro fine anno – ad avere la riforma del Codice Ambientale approvata.
L’altra grande novità è sulla Valutazione di Impatto ambientale che darà più potere ai cittadini con la garanzia di una loro partecipazione diretta. Quando c’è un nuovo progetto per una centrale elettrica, una nuova autostrada, un inceneritore o qualsiasi altro grosso impianto è giusto che i cittadini – come prevede la normativa europea-  possano partecipare fin dall’inizio alla verifica di questo progetto; ma anche regole certe che permettano che entro 150 – o in alcuni casi al massimo 330 – giorni di avere risposte ed eventuali prescrizioni, ripristinando nel nostro Paese una cultura vera della Valutazione di Impatto Ambientale che consenta finalmente di costruire quelle opere utili che servono, ma anche di dire eventualmente un no chiaro alle opere incompatibili con l’ambiente o di presentare prescrizioni che vengano rispettate.

 

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