Rinnovabili, cambiamenti climatici e pandemie: la sfida della riconversione ecologica parte dal solare, eolico e idrogeno

18° Rapporto “Gli italiani, il solare e la green economy”:

  • 78% degli italiani pensa che il futuro è nelle rinnovabili
  • oltre il 90% è preoccupato dal cambiamento climatico
  • preferenza per gli impianti solari sulle coperture e per quelli eolici al largo in mare
  • Idrogeno come scelta per il futuro
  • 68% ritiene che l’aria inquinata aumenti diffusione e letalità del COVID-19. 

Roma, 26 novembre 2020 – Il 78% degli italiani pensa che il futuro sia nelle rinnovabili, oltre il 90% è preoccupato dal cambiamento climatico, si preferiscono gli impianti solari sulle coperture e quelli eolici al largo in mare, l’idrogeno è la scelta per il futuro e ben il 68% ritiene che l’aria inquinata aumenti diffusione e letalità del COVID-19.

È questa la fotografia che emerge dal 18° Rapporto “Gli italiani, il solare e la green economy”, realizzato dall’Osservatorio sul solare della Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati oggi nel corso della web conference “Economia, salute, ambiente… o viceversa? Innovazione e rinnovabili per la salute del Pianeta e dell’Umanità”.

L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione UniVerde e dalla Società Geografica Italiana Onlus con la collaborazione di CITERA – Centro di Ricerca Interdisciplinare Territorio Edilizia Restauro Ambiente della Sapienza Università di Roma. Partners dell’evento: Renexia, Alboran Hydrogen, Maestri Costruttori.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, ha commentato: “Le rinnovabili sono il futuro e il cambiamento climatico è sempre più la prima emergenza percepita, persino di fronte alla pandemia e ai notevoli problemi economici. Gli italiani hanno apprezzato l’Ecobonus e vedono positivamente il Super Ecobonus previsto dal Governo. Ma un numero sempre maggiore di cittadini chiede incentivi alle rinnovabili e alla transizione energetica. Questo 18° Rapporto rafforza il sostegno alle rinnovabili, in particolare alle energie prodotte dal sole e dal vento. Si propende in modo chiaro verso le rinnovabili sostenibili, preferendo il solare sulle coperture e gli impianti eolici al largo, lontani dalle coste, e se sulle colline con particolare tutela delle esigenze paesaggistiche”.

Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei, ha inviato un messaggio di plauso all’iniziativa, comunicando che “l’accordo raggiunto in sede UE, prevede che le risorse della Recovery Facility siano già suddivise per obiettivi, il 37% a contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti, il 20% al digitale. L’Italia arriva all’appuntamento del PNRR con le carte in regola e con risultati d’eccellenza in tema di decarbonizzazione, energie rinnovabili e modernizzazione dell’agricoltura. Come è noto la green economy italiana ha fatto registrare nell’anno 2019 risultati molto confortanti”.

I dati del Rapporto, presentati da Antonio Noto, Direttore di Noto Sondaggi, attestano ancora una volta il grande favore degli italiani verso le energie rinnovabili: ben l’85% degli intervistati ritiene che il Paese, pensando al futuro, dovrebbe puntare sul solare, il 63% sull’eolico e si attestano solo intorno al 5% i sostenitori del nucleare, mentre scendono al 4% quelli dei combustibili fossili (- 1% rispetto alla precedente rilevazione). Il 78% degli italiani è certo che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili (+ 6%).

In questa edizione, il Rapporto include il focus “Rinnovabili sostenibili, efficienza energetica ed ecobonus. Cambiamenti climatici e pandemie”. In tema di efficienza energetica, il 63% degli italiani ha sentito parlare del Super Ecobonus del 110% per incentivare l’efficienza energetica e si dichiara interessato. Il 68% lo giudica una iniziativa positiva che può migliorare l’efficienza energetica del proprio immobile. Sulla questione dei cambiamenti climatici, il 93% degli intervistati ne è preoccupato (+ 4% rispetto alla precedente rilevazione). Per l’82%, inoltre, si sta facendo poco per contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi.

Tra le curiosità, la percezione degli italiani del COVID-19 in rapporto ai temi ambientali: per il 68% degli italiani, l’aria inquinata aumenta la diffusione del virus e danneggia l’apparato respiratorio, aumentando la letalità delle polmoniti causate dal virus. Il 58% giudica valida l’ipotesi che l’origine del covid sia da attribuire alla sovrappopolazione e alla scarsa igiene. Mentre per il 43% il virus proviene da habitat e animali selvatici danneggiati da attività invasive.

Roberto Morassut, Sottosegretario al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare: “Il target del 55% o 60% al 2030 per la riduzione delle emissioni di CO2 ci pone l’obiettivo di muoverci con determinazione. È fondamentale per dare credibilità all’obiettivo più generale della neutralità climatica al 2050. C’è un percorso da fare. Per snellire i tempi delle autorizzazioni agli impianti rinnovabili, abbiamo istituito la Commissione PNIEC. La seconda questione è quella di individuare aree e luoghi dove situare gli impianti, tema che si collega inevitabilmente a quello del consumo di suolo, valutando anche un riutilizzo delle aree messe in sicurezza o bonificate in zone soggette già a deindustrializzazione. Il Super Ecobonus è una misura importante e sono sicuro che avrà successo. La misura potrebbe essere estesa al tema più complessivo della rigenerazione urbana”.

Alessandra Todde, Sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico: “Credo fortemente in un mondo in cui la sostenibilità ambientale sia un valore dominante, in cui le imprese investano in modelli produttivi sostenibili, rispettando il territorio e i cittadini. Lo sviluppo sostenibile è ciò che permette alla nostra generazione di soddisfare i propri bisogni e che permetterà a quelle successive di fare altrettanto. La civiltà ecologica si costruisce con lo sforzo collettivo di Governo, imprese e società civile. Solo un’indispensabile sinergia tra i vari attori può portare alla rinascita completa del Paese”.

Livio De Santoli, Prorettore alle Politiche Energetiche presso la Sapienza Università di Roma: “Gli obiettivi del nostro Paese sulle rinnovabili sono molto sfidanti. Soprattutto a valle delle ultime decisioni dell’UE che ha aumentato il target di riduzione delle emissioni dei gas climalteranti, portandolo da almeno il 40% al 55%. Il quadro dei prossimi 3-4 anni diventa quindi decisivo, in termini di sviluppo industriale sostenibile. Occorre quindi una strategia ad hoc per dare una spinta alle rinnovabili e al processo di decarbonizzazione, insieme al necessario coinvolgimento dei territori. Serve infatti includere ogni individuo perché uno dei nemici da sconfiggere è la burocrazia”.

Riccardo Toto, Direttore Generale di Renexia: “Sono felice che la nostra visione aziendale sia pienamente in linea con il pensiero degli italiani. Lo sviluppo industriale, economico e territoriale non può prescindere dalla tutela per l’ambiente. Anzi sono legati a filo doppio. E come ribadito dal 68% del campione, bene i grandi parchi eolici a mare purché siano lontani e invisibili dalla costa. È proprio il caso del progetto al quale stiamo lavorando in Sicilia: un parco eolico in grado di generare 2,9 gigawatt, in mare aperto, a ben 60 chilometri dalle coste. Non solo non sarà visibile ma, avendo scelto la tecnologia floating, verrà tutelato al massimo l’ecosistema marino, garantendo energia green a 3,4 milioni di famiglie”.

Angelo Consoli, Presidente CETRI-TIRES e Membro Comitato scientifico Alboran Hydrogen: “Il Rapporto rivela che l’86% degli italiani interpellati crede nell’idrogeno e conferma la fiducia nelle strategie europee. Un ottimo riconoscimento per la visione di Jeremy  Rifkin abbracciata dall’Europa e un incoraggiamento a proseguire sulla strada della sostenibilità e della transizione energetica, verso un’Europa e un’Italia post carbon che solo una economia dell’idrogeno può garantire”.

Davide Sarnataro, Presidente Rete di Imprese “Maestri Costruttori”: “La nostra è una rete di imprese della filiera edile che ha fra i suoi principali obiettivi quello di fare sistema, in un settore che sta attraversando una fase di cambiamenti epocali. La priorità è quella di promuovere il trasferimento di know-how fra aziende per puntare verso innovazione, eco-sostenibilità, attenzione ai consumi energetici. Processi di rigenerazione urbana, utilizzando le smart-tecnologies, e l’uso sapiente di materiali e tecniche eco-sostenibili sono il futuro di un settore trainante dell’economia, ma che ha anche un impatto quotidiano su ognuno di noi”.

All’evento, sono inoltre intervenuti: Tiziana Banini (Consigliere direttivo, Società Geografica Italiana Onlus) ha ricordato la collaborazione pluriennale tra il più antico sodalizio geografico italiano e la Fondazione UniVerde, sottolineando “l’importanza del tema della transizione energetica come cambiamento sostanziale di intendere e praticare le attività umane”; Valerio Rossi Albertini (Primo Ricercatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche e divulgatore scientifico) ha affrontato il tema della relazione esistente tra salute e ambiente, sottolineando come “un mondo inquinato predispone alle patologie. In Italia, si registrano circa 80.000 morti premature correlate all’inalazione di polveri sottili e gas venefici. Occorre un’inversione di tendenza anche per vincere la lotta al cambiamento climatico”; Alessandro Miani (Presidente Società Italiana di Medicina Ambientale – SIMA) ha rimarcato “la necessità di una rapida transizione energetica, a partire dall’idrogeno come strumento strategico, con l’obiettivo di ridurre il particolato nell’atmosfera. Si tratta di polveri che incidono sia sul cambiamento climatico sia sulla nostra salute. La ricerca che abbiamo condotto ha già dimostrato la connessione tra virus e smog e proprio il particolato è indicato come un acceleratore dell’epidemia”; Francesco La Camera (Direttore Generale International Renewable Energy Agency – IRENA), in videomessaggio, ha sottolineato che “l’utilizzo di soluzioni rinnovabili è in grado di salvare vite. Non potrà esserci sviluppo sostenibile senza energia rinnovabile e questo sta alla base del nostro lavoro. Garantire a milioni di persone l’accesso a un’energia rinnovabile, decentralizzata e affidabile è fondamentale al fine di uscire dalla povertà e intraprendere percorsi di realizzazione economica in cui tutti possono accedere ai servizi essenziali, quali l’istruzione e la sanità. A partire da soluzioni off-grid e mini-grid”.

In coda alla diretta, si è inoltre tenuto un confronto con gli studenti del corso di “Geografica ambientale” della Sapienza Università di Roma.

L’evento, inserito nel Programma Nazionale ufficiale delle iniziative per la Settimana di Educazione alla Sostenibilità del CNESA2030 della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, è stato trasmesso in diretta streaming sulle Pagine Facebook di Fondazione UniVerde, Società Geografica Italiana Onlus, SOS Terra Onlus, TeleAmbiente e in diretta televisiva su TeleAmbiente sul canale Ch. 78 (Centro Italia) del digitale terrestre.

 

DATI DEL 18° RAPPORTO (sintesi)

Si confermano, rispettivamente all’84% e all’83%, il campione che non ha dubbi sul fatto che il solare e l’eolico, rispetto a quella tradizionale, rappresentino l’energia più compatibile con l’ambiente. Il 90% ha la certezza che passare al solare oggi sia più sicuro.

Dal Rapporto emerge che il 71% è a conoscenza del fatto che, dal 2007, esiste in Italia un ecobonus per rendere più efficienti gli edifici e utilizzare energia che proviene da fonti rinnovabili, però senza mai beneficiarne.

La maggioranza degli intervistati si dimostra pronta ad installare pannelli fotovoltaici se si facilitasse l’autoconsumo e si eliminassero burocrazia e ostacoli. Il 70%, tuttavia, lo ritiene sia tecnicamente complesso (+ 20%) sia caro e difficile da gestire (+ 26%, rispetto alla precedente rilevazione).

In merito alla tipologia di impianti preferiti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, gli italiani pensano che si dovrebbe ricorrere sia a piccoli che grandi impianti (79%), piccoli impianti distribuiti di tipo familiare o per piccole unità (69%), grandi impianti che producono energia per interi quartieri, industrie e città (65%). I grandi impianti solari dovrebbero essere dislocati: sulla copertura di grandi edifici, come centri commerciali e stazioni ferroviarie (85%), a terra ma solo in aree non agricole e senza valori naturalistici (60%). Per quanto riguarda invece la messa in opera di grandi impianti eolici, questa dovrebbe essere dislocata: sulle colline e nelle aree vocate ma con attenzione al paesaggio (80%), a mare ma lontani e invisibili dalla costa (68%).

In merito alla transizione energetica, solo il 30% del campione è a conoscenza che l’UE punta sull’idrogeno verde come elemento essenziale, ma per l’86% sarebbe importante per l’Italia incentivare questa innovazione.

Sono stati inoltre presentati i dati relativi all’efficienza energetica delle abitazioni. Gli interventi prioritari indicati dagli italiani sono: rivestimenti esterni con isolanti (24%, + 3%), impianto fotovoltaico (20%), doppi vetri e pannelli solari per acqua calda (11%).

Per prendere visione del 18° Rapporto in versione integrale, clicca: qui.

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