Dopo avere annunciato la rinuncia al faraonico, costoso e inutile progetto del Ponte sullo Stretto, il Governo Monti ha solo rinviato di due anni la decisione.
Ancora una volta un trucco e la solita motivazione di voler evitare penali.
Dopo anni é evidente che gruppi di potere, ben introdotti nella politica e nella burocrazia, riescono ad evitare la decisione doverosa di chiudere la società Ponte sullo Stretto perché il progetto non sta in piedi economicamente, ecologicamente e tecnologicamente.
Già é costato fin troppo alle casse della Stato e in piena politica di ‘rigore’ é assurdo non tagliarlo di netto.
Durante l’ultimo Governo Prodi, mi scontrai con la forza delle lobby pro-ponte dentro il Centrosinistra.
Riuscimmo con gran fatica a definanziare il progetto e perfino a destinare una parte di quelle somme alla lotta al dissesto idrogeologico di Sicilia e Calabria (occorre, infatti, ricordare i lutti per le frane in quelle zone).
Quando si trattò di sciogliere la società Ponte sullo Stretto e dare lo stop finale rimanemmo soli, anche dentro il Centrosinistra.
Poi tornò il centrodestra e abbiamo buttato altri soldi a mare.
Spero davvero che il cambio in corso in Sicilia e la presenza di tanti esponenti del Movimento 5 Stelle nel Parlamento siciliano possano aiutarci a mettere la parola fine a questo progetto che ha distratto risorse e intelligenze dai veri problemi della rete ferroviaria e stradale dell’isola.