Vi segnalo questa mia lettera pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, in risposta ad una intervista dell’attuale ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, pubblicata sabato scorso (che vi allego sotto).
Pecoraro Scanio: la difesa dell’ambiente
Sono sbalordito dalle accuse del ministro Prestigiacomo, perché di fronte alla mia scelta di evitare osservazioni, che potrebbero essere quotidiane, sulla politica ambientale di questo governo, mi si accusa ( Corriere, 18 ottobre) non già di aver bloccato il nucleare, ma addirittura le energie rinnovabili in cui credo da sempre.
Questo, naturalmente è falso, perché le rinnovabili sono state tra le priorità del mio ministero, che, attraverso diversi bandi, ha direttamente destinato circa 140 milioni per promuovere efficienza e rinnovabili. Grazie al nuovo Conto energia, non solo abbiamo dato la possibilità a tutti i cittadini di istallare i pannelli fotovoltaici ma abbiamo quadruplicato le installazioni: si è passati dai 20 megawatt del 2005 agli oltre 100 di oggi.
Grazie al decreto sul Solare termodinamico, ora, le aziende che investono su questa tecnologia possono avere forti incentivi e in base agli accordi Puglia, Sardegna, Lazio e Calabria era programmata la costruzione di ben 4 centrali.
Nel biennio del governo Prodi, i Verdi sono riusciti a far approvare misure per le rinnovabili e l’efficienza energetica per oltre un miliardo di euro. È grazie al nostro lavoro se oggi i cittadini italiani possono avere delle detrazioni del 55% sulle eco-ristrutturazioni.
Per quanto riguarda i rigassificatori, poi, è il momento di smetterla con le falsità. La Commissione Via da me nominata ha prima sbloccato quello di Porto Viro, mitigandone l’impatto e successivamente autorizzato (l’11 aprile scorso), con prescrizioni e correzioni, quelli di Porto Empedocle e Gioia Tauro.
Il ministro Prestigiacomo, che ha permesso che al ministero dell’Ambiente venissero tagliate risorse per 800 milioni euro in tre anni, invece di perdersi in polemiche, dovrebbe riflettere con molta attenzione sulla bacchettata arrivata dall’Europa.
Alfonso Pecoraro Scanio
ex ministro dell’Ambiente
Sono sbalordito dalle accuse del ministro Prestigiacomo, perché di fronte alla mia scelta di evitare osservazioni, che potrebbero essere quotidiane, sulla politica ambientale di questo governo, mi si accusa ( Corriere, 18 ottobre) non già di aver bloccato il nucleare, ma addirittura le energie rinnovabili in cui credo da sempre.
Questo, naturalmente è falso, perché le rinnovabili sono state tra le priorità del mio ministero, che, attraverso diversi bandi, ha direttamente destinato circa 140 milioni per promuovere efficienza e rinnovabili. Grazie al nuovo Conto energia, non solo abbiamo dato la possibilità a tutti i cittadini di istallare i pannelli fotovoltaici ma abbiamo quadruplicato le installazioni: si è passati dai 20 megawatt del 2005 agli oltre 100 di oggi.
Grazie al decreto sul Solare termodinamico, ora, le aziende che investono su questa tecnologia possono avere forti incentivi e in base agli accordi Puglia, Sardegna, Lazio e Calabria era programmata la costruzione di ben 4 centrali.
Nel biennio del governo Prodi, i Verdi sono riusciti a far approvare misure per le rinnovabili e l’efficienza energetica per oltre un miliardo di euro. È grazie al nostro lavoro se oggi i cittadini italiani possono avere delle detrazioni del 55% sulle eco-ristrutturazioni.
Per quanto riguarda i rigassificatori, poi, è il momento di smetterla con le falsità. La Commissione Via da me nominata ha prima sbloccato quello di Porto Viro, mitigandone l’impatto e successivamente autorizzato (l’11 aprile scorso), con prescrizioni e correzioni, quelli di Porto Empedocle e Gioia Tauro.
Il ministro Prestigiacomo, che ha permesso che al ministero dell’Ambiente venissero tagliate risorse per 800 milioni euro in tre anni, invece di perdersi in polemiche, dovrebbe riflettere con molta attenzione sulla bacchettata arrivata dall’Europa.
Alfonso Pecoraro Scanio
ex ministro dell’Ambiente
L’intervista della ministro Stefania Prestigiacomo:
Il ministro «Siamo in ritardo sui rigassificatori e le fonti rinnovabili, ma la colpa è di Pecoraro e di Prodi»
La Prestigiacomo: bufera insensata, sono dati di Bruxelles
Stefania Prestigiacomo ma che succede? Lei è il ministro dell’Ambiente: ce la spiega questa bufera europea sul «pacchetto-clima»?
«Difficile spiegarla: è incomprensibile».
In che senso?
«Stavros Dimas, il commissario dell’Ambiente dell’Unione europea, ha attaccato l’Italia dicendo che le stime fornite dal nostro governo sui costi del “pacchetto clima” sono sproporzionate. Sono esagerate. Ma è assurdo».
Perché?
«Perché quelle stime sono tratte da uno studio dell’Unione europea, mica ce le siamo inventate noi».
Non è possibile…
«Ma è così».
Eppure in quello studio ci sono varie ipotesi di costi per il raggiungimento degli obiettivi del cosiddetto «pacchetto clima »: secondo il commissario Dimas quelle fornite dall’Italia sono le cifre relative alle ipotesi più pessimistiche…
«Sono le più realiste ».
Dimas dice che dovremmo puntare sulle innovazioni, che così costerebbe tutto meno…
«Ovvio. Ma per innovare ci vuole tempo. E noi dobbiamo essere realisti. Quanto ci vuole per costruire una centrale nucleare? Per sviluppare l’eolico, il fotovoltaico…».
Quanto ci vuole?
«Non ce la facciamo ad arrivare in tempo per il pacchetto clima».
Siamo indietro?
«Indietro? Vogliamo sapere quanti progetti di fonti rinnovabili ha tenuto bloccati il mio predecessore, Pecoraro Scanio?».
Vogliamo sapere…
«Ho trovato ben 160 pratiche bloccate».
Le ha sbloccate tutte?
«Sì. Ma…».
Ma?
« Nel conto dobbiamo metterci anche i rigassificatori: quelli per due anni e mezzo sono stati bloccati dal governo Prodi».
Però il commissario Stavros Dimas oggi l’Italia l’ha bacchettata anche sugli impegni relativi al protocollo di Kyoto…
«E ha ragione. Stiamo andando malissimo su Kyoto. Abbiamo un trend di crescita delle emissioni del 13% invece di una diminuzione del 6,5%. Ma anche qui…».
Anche qui?
«Ha senso che ci si faccia carico noi dell’inquinamento del mondo, quando a sfilarsi da Kyoto sono stati Paesi come gli Stati Uniti, l’India, la Cina?».
Quindi, che fare?
«Bisognerebbe trovare un sistema per distribuire impegni equi e non questa assurda iniquità mondiale».
E in Europa?
«Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche. Sul serio. Non fare le corse ad approvare pacchetti pur di arrivare belli belli al traguardo ».
Di cosa sta parlando?
«Del commissario Dimas».
Che vuole arrivare a quale traguardo?
«Alla conferenza di Copenaghen del dicembre del prossimo anno. E’ lì che vuol fare vedere che l’Unione europea è la prima della classe».
E non va bene?
«Va benissimo. Ma bisogna essere tutti d’accordo, non si arriva ai risultati alzando la voce. Tutti abbiamo a cuore l’ambiente. E’ il bene collettivo più prezioso che abbiamo ».
Come ha detto oggi il presidente della Repubblica…
«E come dice tutto il nostro governo, io in prima linea. Per questo abbiamo a che ridire con il pacchetto clima: tra le altre, prevede che i permessi per le emissioni che oltrepassano la soglia di CO2 consentita diventino a pagamento. Una follia».
Lunedì prossimo a Bruxelles lo incontrerà il commissario Dimas: che succederà?
«Non ho dubbi: ci rimboccheremo le maniche per metterci a lavorare e trovare insieme una soluzione».
Alessandra Arachi
La Prestigiacomo: bufera insensata, sono dati di Bruxelles
Stefania Prestigiacomo ma che succede? Lei è il ministro dell’Ambiente: ce la spiega questa bufera europea sul «pacchetto-clima»?
«Difficile spiegarla: è incomprensibile».
In che senso?
«Stavros Dimas, il commissario dell’Ambiente dell’Unione europea, ha attaccato l’Italia dicendo che le stime fornite dal nostro governo sui costi del “pacchetto clima” sono sproporzionate. Sono esagerate. Ma è assurdo».
Perché?
«Perché quelle stime sono tratte da uno studio dell’Unione europea, mica ce le siamo inventate noi».
Non è possibile…
«Ma è così».
Eppure in quello studio ci sono varie ipotesi di costi per il raggiungimento degli obiettivi del cosiddetto «pacchetto clima »: secondo il commissario Dimas quelle fornite dall’Italia sono le cifre relative alle ipotesi più pessimistiche…
«Sono le più realiste ».
Dimas dice che dovremmo puntare sulle innovazioni, che così costerebbe tutto meno…
«Ovvio. Ma per innovare ci vuole tempo. E noi dobbiamo essere realisti. Quanto ci vuole per costruire una centrale nucleare? Per sviluppare l’eolico, il fotovoltaico…».
Quanto ci vuole?
«Non ce la facciamo ad arrivare in tempo per il pacchetto clima».
Siamo indietro?
«Indietro? Vogliamo sapere quanti progetti di fonti rinnovabili ha tenuto bloccati il mio predecessore, Pecoraro Scanio?».
Vogliamo sapere…
«Ho trovato ben 160 pratiche bloccate».
Le ha sbloccate tutte?
«Sì. Ma…».
Ma?
« Nel conto dobbiamo metterci anche i rigassificatori: quelli per due anni e mezzo sono stati bloccati dal governo Prodi».
Però il commissario Stavros Dimas oggi l’Italia l’ha bacchettata anche sugli impegni relativi al protocollo di Kyoto…
«E ha ragione. Stiamo andando malissimo su Kyoto. Abbiamo un trend di crescita delle emissioni del 13% invece di una diminuzione del 6,5%. Ma anche qui…».
Anche qui?
«Ha senso che ci si faccia carico noi dell’inquinamento del mondo, quando a sfilarsi da Kyoto sono stati Paesi come gli Stati Uniti, l’India, la Cina?».
Quindi, che fare?
«Bisognerebbe trovare un sistema per distribuire impegni equi e non questa assurda iniquità mondiale».
E in Europa?
«Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche. Sul serio. Non fare le corse ad approvare pacchetti pur di arrivare belli belli al traguardo ».
Di cosa sta parlando?
«Del commissario Dimas».
Che vuole arrivare a quale traguardo?
«Alla conferenza di Copenaghen del dicembre del prossimo anno. E’ lì che vuol fare vedere che l’Unione europea è la prima della classe».
E non va bene?
«Va benissimo. Ma bisogna essere tutti d’accordo, non si arriva ai risultati alzando la voce. Tutti abbiamo a cuore l’ambiente. E’ il bene collettivo più prezioso che abbiamo ».
Come ha detto oggi il presidente della Repubblica…
«E come dice tutto il nostro governo, io in prima linea. Per questo abbiamo a che ridire con il pacchetto clima: tra le altre, prevede che i permessi per le emissioni che oltrepassano la soglia di CO2 consentita diventino a pagamento. Una follia».
Lunedì prossimo a Bruxelles lo incontrerà il commissario Dimas: che succederà?
«Non ho dubbi: ci rimboccheremo le maniche per metterci a lavorare e trovare insieme una soluzione».
Alessandra Arachi