FRANE: SERVONO FONDI E CONTROLLI

Dopo l’ennesima tragedia che ha colpito Ischia, a poco più di un mese dall’alluvione verificatasi a Messina, il nuovo dramma ricorda a tutti la differenza tra i buoni propositi, espressi subito  dopo il disastro, e la realtà.

Appena insediatomi al governo, nel 2006, mi toccò la dolorosa circostanza di recarmi a Ischia per un’altra tragedia provocata da una frana, e al ritorno mi resi conto che il governo precedente aveva tagliato i fondi per la lotta contro il dissesto idrologico. Mi toccò minacciare la crisi di governo per avere il ripristino dei finanziamenti e negli anni successivi, nel 2007 e nel 2008, riuscii a ottenere 250 milioni di euro l’anno. Nel 2008, inoltre, si aggiunsero 150 milioni che riuscii ad avere dal definanziamento del Ponte sullo stretto.

Grazie a quei soldi sono stati realizzati centinaia di interventi per la difesa del territorio e la prevenzione ai rischi provocati da alluvioni, frane e altre calamità naturali.

Ovviamente avevo preteso, una volta terminata la mia legislatura, e spero l’abbiamo svolto, un monitoraggio sulle opere realizzate. A quanto pare però quei 250 milioni di euro del 2009 non sono ancora stati utilizzati, e il governo attuale, come ha accusato anche il nuovo ministro dell’ambiente, ha tagliato i fondi per i piani di protezione ambientale e la messa in sicurezza del territorio.

Viene naturale così chiedere di destinare i finanziamenti del Ponte sullo stretto alla lotta contro il dissesto idrologico. Sono necessarie risposte e fondi concreti per la messa in sicurezza dell’intero territorio.

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