Difesa del suolo: il decreto del non fare

Sì a 2 miliardi e 400 milioni per le grandi opere, No a 250 milioni per opere di messa in sicurezza del territorio nazionale, chiesti dalla conferenza delle regioni, e proposti con alcuni emendamenti presentati alla camera dei Deputati.

Ecco approvato il decreto del non far nulla contro il dissesto idrogeologico.

Dopo tutte le emergenze, le frane, le alluvioni, gli incendi, c’è sempre la solita litania di dichiarazioni politiche che parlano della necessità di fare prevenzione.

Ora che abbiamo fatto presentare un emendamento che consentiva di stanziare una piccola cifra, rispetto a quella prevista per le grandi opere pubbliche, il Governo ha detto no a questi interventi di prevenzione contro il dissesto idrogeologico. La difesa del suolo e la sicurezza del nostro territorio sono elementi estranei a questo decreto del cosiddetto fare.

Eppure quando nelle leggi finanziarie del 2007 e del 2008 riuscimmo a stanziare delle risorse per i cantieri contro il dissesto idrogeologico, furono aperti centinaia di piccoli cantieri, dando lavoro a migliaia di persone. Questo è un modo serio di rilanciare l’economia difendendo l’ambiente invece di sostenere le solite mega opere delle solite lobbies economiche.

Sono convinto che sempre più deputati e senatori riproporranno questi emendamenti per la difesa del territorio nelle prossime occasioni in Parlamento, e spero che ci sia una vera mobilitazione per ottenerne finalmente l’approvazione.

Non occorre genericamente fare, ma saper fare bene.

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