Dieta mediterranea, 10 anni dal riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità. Pecoraro Scanio: “Modello alimentare che fa bene a salute, agricoltura e ambiente”

Il Presidente della Fondazione UniVerde è intervenuto oggi a Torino al convegno “10 anni di Dieta mediterranea: da salva vita a salva Pianeta”, nell’ambito del Festival del giornalismo alimentare.

“La dieta mediterranea è una sfida in positivo sia come sostegno all’agricoltura familiare, identitaria, sia come anello di congiunzione con le tradizioni di un’area importante come quella del Mediterraneo. Si tratta di un’insieme di pratiche e tradizioni che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”. Lo dichiara il Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio.

La dieta mediterranea, che festeggia i dieci anni dal riconoscimento a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, “ha la capacità di valorizzare un’agricoltura che può essere e deve diventare sempre più biologica, giocando un ruolo di primo piano nella crescita della filiera corta e dell’agroecologia, un cambio di paradigma promosso anche dalla FAO” sottolinea l’ex Ministro.

“Uno degli aspetti più importanti, ma a volte trascurato, è quello che identifica la dieta mediterranea come fattore di lotta al cambiamento climatico perché si tratta di una dieta che prevede un consumo ridotto di carni rosse, alla cui produzione è attribuito il maggior impatto in termini di emissioni climalteranti” spiega Pecoraro Scanio.

“I valori della dieta mediterranea sono molteplici, dalla cultura della vita alle pratiche sociali, dalle tradizionali locali a quelle agricole. A livello nutrizionale, promuove la grande varietà di prodotti agroalimentari come legumi, frutta, verdura, nel rispetto della stagionalità. Ha inoltre una valenza sociale, come fattore di conservazione delle identità e dei valori delle comunità, e allo stesso tempo è sinonimo di convivialità, del mangiare insieme. Un patrimonio che riunisce le abitudini alimentari dei popoli del bacino del Mar Mediterraneo e alla sua capacità di essere luogo di scambio per eccellenza” conclude il Presidente della Fondazione UniVerde.

 

 

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