Un futuro sostenibile per l’Africa è una speranza per il Pianeta

Ieri a Villa Celimontana, sede della Società Geografica Italiana, ho partecipato a un’interessante convegno su “African economic outlook 2014”, con la presentazione del rapporto del centro di sviluppo dell’OCSE sull’economia africana.

Ho incontrato l’ex presidente mondiale della donne imprenditrici, la camerunese Francoise Foning, oggi sindaco di Douala, davvero un esempio di come sta crescendo una nuova classe dirigente e imprenditoriale africana.

Nel rapporto OCSE, presentato durante l’incontro, manca quella centralità della sostenibilità ambientale che è fondamentale contro i rischi di un neocolonialismo che avrebbe drammatiche conseguenze, come dimostra il land grabbing (accaparramento della terra) che sta sottraendo terra fertile a milioni di persone.

Ho rivisto anche Romano Prodi che da anni segue i problemi africani, indicando per il loro sviluppo un modello sociale che s’ispiri al welfare europeo piuttosto che al liberismo statunitense.

Ho colto anche l’occasione per dirgli che per l’Adriatico ritengo utile un’area di tutela, una zona marina di protezione speciale e non certo trivellazioni petrolifere. Spero ci rifletta perché proprio lui da presidente della commissione Ue si impegnò e ottenne di fare entrare in vigore il protocollo di Kyoto.

E per lo sviluppo del continente più giovane, da anni sostengo il progetto dei 1000 e ora 10.000 orti in Africa di Carlo Petrini proprio per contrastare il land grabbing e difendere e valorizzare le agricolture familiari.

Sono convinto che il nostro pianeta sarà davvero più vivibile solo se il futuro dell’Africa sarà davvero sostenibile dal punto di vista sia ambientale sia sociale.

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