Onore a Francesco Rosi, grande regista e primo accusatore dei cementificatori

Oggi è scomparso un grande regista, un grande Napoletano e un grande Italiano.

Era il 1975, ero studente del liceo classico Torquato Tasso di Salerno e da poco eletto nel consiglio di istituto organizzai la contestazione studentesca ad un sistema scolastico antiquato. Per questo durante le “autogestioni” proposi nel cineforum la proiezione di un film già un po’ vecchio (era del 1963) ma che mi aveva molto colpito. Era un capolavoro di Francesco Rosi: “Le mani sulla città” che denunciava il malaffare e la cementificazione delle colline di Napoli.

Devo anche a questo film la mia formazione ambientalista, anche se allora la definivo scelta di civismo e antiDC. Utilizzai più volte il film: nelle iniziative per far demolire il cementificio che appesantiva l’aria della mia città natale e anche quando a Napoli ho difeso per anni dai palazzinari, prima da attivista verde  e poi da consigliere comunale e anche da deputato e da ministro, il grande parco verde di Bagnoli come parziale risarcimento verso Napoli per quelle colate di cemento che hanno sfregiato le colline del Vomero e di Posillipo.

Gli affaristi del cemento e altri interessi lobbistici da anni boicottano con ogni mezzo un’efficace bonifica di Bagnoli: la realizzazione del parco verde e un vero rilancio di quell’area.

Ma nonostante i tanti soldi, la mancanza di scrupoli ed i potenti media a disposizione non sono ancora riusciti a vincere e se il Comune terrà duro avremo un vero parco ed un’area restituita alla città e ad un turismo sostenibile e avremo  saputo  dire: “Giù le mani dalla città”.

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