Per anni ho lavorato per la strategia zero waste come propone anche la UE. Per questo sono stato attaccato violentemente dalle lobby dei rifiuti che nel 2008 usarono la crisi dei rifiuti a Napoli, costruita ad arte, per chiedere e ottenere più inceneritori.
Dopo anni, nei giorni scorsi, la regione Campania ha approvato un nuovo piano sui rifiuti in cui dice no agli inceneritori e si punta sulla raccolta differenziata. Questo è anche il risultato di chi ha continuato a spiegare le ragioni di un no lungimirante e costruttivo ad impianti superati e nocivi proponendo un sì forte alle alternative zero waste, ma le lobby non sono certo state a guardare. In questi stessi giorni, infatti, il Governo ha proposto dodici nuovi inceneritori di cui uno in Campania. Le regioni devono opporsi, ma occorre vigilare con più attenzione perché sappiamo quanto le lobby dei rifiuti siano senza scrupoli.
Nel gennaio 2008 non esitarono a sommergere Napoli e provincia sotto l’immondizia per accusare chi voleva rifiuti zero e no inceneritori di quella emergenza, usando media compiacenti o almeno non competenti e affossare il piano rifiuti appena approvato nel dicembre 2007 dal prefetto Pansa. Quel piano puntava soprattutto, con l’accordo del ministero dell’Ambiente, su raccolta differenziata e vero riciclo. Un piano anche troppo moderato sul fronte della strategia rifiuti zero ma che scatenò ancora di più la campagna contro di me e contro tutti i critici dell’incenerimento. Mi difese solo Beppe Grillo.
Ci hanno fatto perdere anni ma non dobbiamo dimenticare né mollare. Il futuro sarà nelle strategie rifiuti zero, km zero, rinnovabili, terza rivoluzione industriale e territorio zero. Vinceremo noi ma dobbiamo sapere che ci creeranno sempre tanti ostacoli aumentando disinformazione e gettando fango.