“Favorevole al taglio dei vitalizi; M5S va aiutato ad essere argine alla Lega”

A margine dell’assemblea nazionale di Coldiretti a Roma, questo 13 luglio Blasting News ha intervistato in esclusiva Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente e più volte parlamentare dei Verdi, attualmente docente universitario e presidente della fondazione Univerde, il quale si è soffermato su diversi aspetti politici. Vediamo che cosa ci ha detto.

Pecoraro Scanio: ‘Colpa di Renzi e del PD se il M5S è finito a governare con la Lega’

Pecoraro Scanio, prima delle elezioni politiche lei a una nostra intervista rispose che avrebbe visto bene una possibile alleanza di Governo fra il Movimento 5 Stelle e le forze di centrosinistra. E’ deluso dal fatto che invece si è alleato con la Lega?

“Io avevo affermato che avrei votato Carla Ruocco del M5S alla Camera e Loredana De Petris di Liberi e Uguali al Senato, sono contento che entrambe siano state elette. La prima è ora presidente della Commissione Finanze alla Camera, la seconda è capogruppo del Misto al Senato. Più in generale, è vero: io auspicavo che il Movimento 5 Stelle governasse col centrosinistra, ma la responsabilità di quello che è successo è di Renzi e dei renziani. Penso che quando il M5S ha proposto di governare col PD è stato anzi eccessivamente generoso, affermando che i dem erano importanti senza neanche porre condizioni, quali l’esclusione dei ministri uscenti. Se il PD fosse stato un partito vero, e non una somma di correnti in lotta fra loro, avrebbe colto l’occasione per radicare in una cultura progressista il M5S, che peraltro a mio avviso è per sua natura progressista e non certo di destra conservatrice. I 5 Stelle sono per l’acqua pubblica, per il reddito di cittadinanza: temi di sinistra”.

‘Dobbiamo aiutare nella società il M5S a fare da argine alla Lega; poco spazio per i partiti tradizionali di centrosinistra’

Ma non vede la possibilità che adesso il Movimento 5 Stelle si possa “leghizzare” sempre di più?

“Il fatto che vogliano sostenere la sovranità italiana in Europa non mi spaventa. Anzi, sono battaglie che ho fatto pure io, ad esempio per difendere l’ortofrutta italiana. Nel 2000 da Ministro dell’Agricoltura usai il diritto di veto: non c’era certo bisogno di Salvini. Per difendere gli interessi italiani non serve essere progressisti o conservatori, basta non essere venduti alle lobby. Quindi Renzi ha la responsabilità di aver consegnato il M5S alla Lega, forse anche perché, come qualcuno sussurra, avrebbe proposto di nuovo Lotti e Boschi come ministri, cosa che sarebbe stata inaccettabile. Io sono molto distante dalla Lega su temi come la solidarietà e i diritti civili, mentre riconosco che su alcuni temi dell’agricoltura hanno posizioni più avanzate. Oggi dobbiamo lavorare nella società per sostenere i 5 Stelle affinché l’azione di Governo sia collegata alle istanze più ambientaliste e progressiste. Se i 5 Stelle assumono una deriva troppo leghista perderanno il loro elettorato. Ma vedo che c’è una volontà in molti di loro di far prevalere la solidarietà: spero che su questo tengano e possano essere un argine alla Lega. Bisogna fare azione nella società in tal senso, ad esempio con le liste civiche che hanno vinto in molti comuni alle amministrative. C’è molta volontà dei cittadini di partecipare alla politica e questo è sintomatico”.

Come vede invece il campo tradizionale di centrosinistra? Come pensa che possa riprendere consensi nel prossimo futuro?

“C’è un civismo attivo ed ecologista in questo Paese: si pensi al grande movimento per bloccare il Ceta che unisce dalla Coldiretti alla CGIL, dai consumatori agli ambientalisti. In molti settori della società c’è spazio per un elemento di solidarietà che esiste nella nostra tradizione. Ma non penso che si possa riorganizzare con i partiti tradizionali, con iscritti, delegati, tessere e sezioni. Ma anche i 5 Stelle devono molto interrogarsi su questo: hanno un capo politico ma non hanno una struttura che permette di confrontarsi con la base. Hanno fatto un Ministero per la Democrazia diretta ma poi non hanno uno strumento neanche per confrontarsi con gli iscritti. Il Web in passato lo usavano meno rispetto ad oggi. Di Maio ad esempio ha firmato l’accordo commerciale col Giappone, senza fare alcun tavolo di confronto né consultare le Commissioni parlamentari. E probabilmente non è neanche colpa sua: d’altronde è capo politico, ha due ministeri ed è vice-Premier, quando può fisicamente fare queste cose? Quindi il M5S deve fare passi avanti per coinvolgere i propri parlamentari e i proprio amministratori locali. Serve maggiore democrazia interna e confronto con l’elettorato. Io sono preoccupato che alle prossime amministrative il M5S continui ad andare da solo, senza neanche guardare alle esperienze civiche più vicine: se così facesse perderebbe molte competizioni”.

‘Sono uno dei pochi ex parlamentari favorevoli al taglio dei vitalizi’

Ultima domanda sul tema caldo di questi gironi. Cosa pensa del taglio ai vitalizi? Anche lei ci andrebbe a perdere…

“Io sono uno dei pochi ex parlamentari che si dichiara a favore del taglio ai vitalizi: chiaramente deve rispettare i principi di equità. Io sono stato eletto due volte in Consiglio Regionale ma non ho mai riscattato il vitalizio regionale, poi sono stato eletto al Parlamento Europeo ma non ci sono rimasto, sebbene dopo pochi mesi sarebbe scattato pure un vitalizio. Io non ho fatto politica per il denaro, ho cercato piuttosto di fare le mie battaglie politiche nelle istituzioni per portare avanti certi principi. Il vitalizio ha un senso se è commisurato ai contributi e all’attività svolta. Io sospesi la mia attività di avvocato per fare il parlamentare. Altri invece hanno continuato a svolgere la propria attività, arricchendosi grazie al mandato parlamentare: forse a loro non spetta. Così come chi fa il professore universitario, si mette in aspettativa per 20 anni, ma magari gli vengono pagati i contributi figurativi e quindi prende la pensione da docente pur avendo in realtà fatto il parlamentare e contemporaneamente pure il vitalizio. Ecco, queste cose stridono. Rispettiamo criteri seri. E’ giusto tagliare i privilegi: va fatto in modo equo e con grande criterio. Con la nuova norma, sul lordo andrò a perdere circa 3000 euro lorde al mese. Ma da quando sono stato eletto deputato non ho elevato il mio tenore di vita, continuando a vivere come sempre e destinando parte dei miei guadagni ad attività politiche. E lo stesso ho fatto poi con il vitalizio, quindi se avrà meno vitalizio potrò destinare meno soldi per le campagne ambientali che ho sostenuto finora, però non ho mai dimensionato la mia vita in base alla ricchezza che la politica può generare”.

Fonte: https://it.blastingpop.com/cronaca/2018/07/marco-damore-chiarisce-la-sua-posizione-dopo-lesperimento-del-giornale-il-tempo-002652245.html

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