Basta parlare, bisogna agire

 

Oggi, nella prima giornata di lavori del G8 (Usa, Russia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Canada e Italia) piu’ 5 (Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica), come ministri dell’ambiente abbiamo licenziato un documento chiamato ‘Iniziativa di Potsdam’: è un vero e proprio grido d’allarme sui pericoli crescenti che corre la biodiversità del Pianeta.
Abbiamo inoltre deciso di preparare uno studio dettagliato sullo stato dell’annientamento di numerose specie di animali e piante e, contestualmente, ci siamo impegnati a sensibilizzare l’opinione pubblica per lottare contro il commercio illegale di piante e animali.
I dati sono allarmanti:  ogni giorno 150 specie spariscono dal Pianeta, un fenomeno che minaccia le basi stesse della nostra economia: il 40% del commercio infatti e’ direttamente legato alle materie prime.

 

Direi che l’importanza di tale primo confronto è data dalla disponibilità riscontrata dai cinque grandi paesi emergenti a collaborare con il resto del mondo industrializzato per la difesa dell’ambiente.
Io ho sollecitato, in particolar modo, un impegno straordinario per la difesa della biodiversità del Mediterraneo. Un bacino che copre solo lo 0,8% dei mari ma che sopporta il 30% di tutto il trasporto mercantile mondiale.
Alla conferenza di Rio de Janeiro ci furono tre grandi convenzioni: quella sul cambio climatico, quella sulla biodiversita’ e quella contro la desertificazione. Solo sulla prima tuttavia esiste un protocollo che prevede come ridurre concretamente i gas a effetto serra. Le altre due convenzioni non hanno mai avuto protocolli applicativi. Per questo abbiamo bisogno di dire come salvaguardare la biodiversita’.
Qui a Potsdam  c’erano gli attivisti di Greenpeace, che hanno manifestato davanti alla residenza di Cecilienhof, sede della nostra riunione. ‘G8: Stop Talking – Act Now’ c’era scritto sugli striscioni degli ambientalisti. Slogan pienamente condiviso da me e da tutti i miei colleghi.

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