650 cantieri, 500 milioni di euro

 

Con il nuovo Governo si torna a parlare delle grandi opere spesso inutili o dannose. Meglio che se ne parli. Perché più se ne parla più c’è la possibilità di informare delle contraddizioni e della malagestione del patrimonio italiano.
Certo che sprecare dibattito e risorse per queste grandi opere, ha distolto negli ultimi anni l’attenzione generale a una serie di provvedimenti importantissimi che sono e saranno cruciali nel mantenere l’equilibrio del nostro ambiente e del nostro ecosistema.
Ad esempio, come Verdi, nei 20 mesi di governo, abbiamo avuto il tempo di approntare opere veramente utili al nostro Paese, con 650 cantieri e 500 milioni di euro di investimenti mirati a ridurre il dissesto idrogeologico del territorio.
Il metodo è stato – ancora una volta – quello di lavorare in pieno accordo con le Regioni, le Province ed i Comuni che di volta in volta hanno indicato la mappa delle proprie criticità.
Cambiamenti climatici e incuria sono le cause principali di questo dissesto. Entrambe stanno seriamente modificando l’Italia, che da sempre si muove in una ricchissima multiformità e ricchezza di ambienti.
Il 37% dei litorali sabbiosi è arretrato negli ultimi 35 anni. Cambiano anche i confini delle città: il cemento ha invaso il litorale con un incremento delle zone costiere urbanizzate del 60% in soli 10 anni (dal 1990 al 2000). Le zone umide nell’ultimo secolo sono diminuite dell’80%. Sono salve solo le lagune e zone costiere comprese in aree protette. Anche la geografia delle montagne italiane appare diversa, con una diminuzione dei ghiacciai del 30% della loro superficie e del 50% del volume negli ultimi cento anni. In crescita, per fortuna, le foreste.
Di particolare importanza è stata l’azione per la conservazione e la tutela del bacino acquifero, con l’istituzione di un Comitato di vigilanza e per il diritto all’acqua.

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