Benvenuto Dalai Lama

Benvenuto al Dalai Lama in Italia. L’avrei rincontrato volentieri. L’ultima volta che è venuto in Italia abbiamo pranzato insieme – con la ministra Emma Bonino – e  abbiamo discusso della vicenda difficile delce soprattutto dell’emergenza climatica.
Questa settimana io sono a Bali e non potrò incontrarlo personalmente, ma lo faranno in mia rappresentanza esponenti istituzionali dei Verdi alla Camera ed al Senato.
L’obiettivo che ci siamo posti è chiaro; noi vogliamo il riconoscimento della difficoltà nella quale si trova il popolo tibetano e l’inserimento del Tibet all’interno di un progetto ambizioso: l’istituzione di un grande Parco mondiale dell’Himalaya;  la catena di montagne più alta del mondo  – che soffre moltissimo dei cambiamenti climatici – non può essere abbandonata a se stessa per le contrapposizioni e le difficoltà di tipo politico.
Questo è quanto ho esposto di recente anche ai rappresentati della Repubblica Popolare Cinese, perché il flusso continuo di arrivi di popolazione nel Tibet – aldilà dei problemi politici che sono evidenti – crea un problema anche di tipo ambientale.
Bisogna avere il coraggio di rispondere alle richiesta del Dalai Lama, che ha abbandonato l’idea dell’indipendenza ma che reclama la forte autonomia di un popolo che ha una grande tradizione ed una sua lingua e chiede il rispetto dei diritti umani. Noi dobbiamo ottenere dalla Cina delle risposte concrete che rispondano all’ingiustizia di questa grave e delicata questione.
Del resto noi abbiamo sempre sostenuto la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli e quindi non possiamo che appoggiare le richieste del Dalai Lama.

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