Ambiente urbano sempre più invivibile

Durante il convegno tenutosi a Milano sabato scorso, ho presentato insieme con il Prof Antonio De Lillo (Presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia)e il Dott. Antonio Noto (Direttore di IPR Marketing) il primo monitoraggio sulla percezione dell’ambiente. Lo studio è stato realizzato dall’Istituto demoscopico IPR Marketing e dalla Fondazione Univerde, e ha definito l’Indice IPSA, il valore che sintetizza la percezione dello stato dell’ambiente in Italia. Per la maggioranza degli italiani la vivibilità delle città è peggiorata e l’Ambiente urbano è sempre più invivibile. Nei prossimi giorni sul sito di Univerde (in fase di aggiornamento) saranno pubblicati i dati dettagliati della ricerca. Qui di seguito riporto il resoconto dell’iniziativa.

L’indice di percezione dello stato dell’ambiente (IPSA)

La valutazione relativa al livello di vivibilità dell’ambiente in cui si vive raggiunge in media il 5,5 (un livello di soddisfazione medio basso).

Si tratta di un voto medio che non raggiunge la sufficienza se non tra quanti hanno un titolo di studio inferiore (6,2) rispetto a quanti hanno invece un titolo di studi più alto (5,4).

Il voto più basso si registra al sud dove al livello di vivibilità del proprio ambiente di residenza viene assegnato un 4,9.

Il rumore (25%) è uno dei fattori che influenza maggiormente il giudizio sulla vivibilità, oltre allo stato di salute dell’ambiente (la qualità dell’aria, dell’acqua, del territorio..) (35%), alla qualità dell’offerta sanitaria (22%), e alla qualità dell’organizzazione degli spazi cittadini (21%).

Negli ultimi 5 anni l’assoluta maggioranza degli intervistati (55%), ritiene di aver assistito ad un peggioramento delle condizioni di vivibilità del proprio ambiente. Poco più di un terzo (35%) parla di condizioni stabili mentre il 9% ritiene di aver assistito in questo stesso lasso di tempo ad un miglioramento.

E’ ancora al sud la quota più alta dei delusi visto che in quest’area raggiunge il 60% la percentuale di quanti valutano oggi l’ambiente in cui vivono meno vivibile che nel recente passato.

E’ più di un terzo degli intervistati che se potesse oggi lascerebbe il luogo in cui vive (36%), a fronte dell’assoluta maggioranza che invece rimarrebbe dove è.

Al Sud è superiore alla media la quota che si trasferirebbe (46%) mentre al nord è il 70% a dichiarare che, se anche fosse libero di farlo, non lascerebbe il proprio territorio.

E’ una classifica però che mostra delle peculiarità a seconda dell’area di residenza degli intervistati:

Al nord, vengono indicati come motivo di vivibilità, in maniera superiore alla media, la qualità dell’offerta sanitaria (35%) la qualità dell’organizzazione dello spazio urbano (32%) e la qualità dei collegamenti 20%).

Al centro, ottiene segnalazioni superiori alla media soprattutto l’assenza di rumore (35%), mentre al sud la qualità del cibo e dell’alimentazione (29%).

La ricerca condotta da IPR Marketing con la Fondazione Univerde ha avuto l’obiettivo di conoscere la percezione dei cittadini dell’ambiente in cui vivono.

L’indagine è stata strutturata prevedendo la somministrazione di 1.000 interviste ad un campione nazionale rappresentativo della popolazione per sesso età e area di residenza.

L’indice IPSA è’ stato ottenuto calcolando la media delle medie delle valutazioni fornite dal campione che, utilizzando una scala da 1 a 10, ha valutato 51 item riconducibili a 10 settori: Stato del territorio (urbano e naturale), Energia, Mobilità, collegamenti e trasporti, Cibo e alimentazione, Sanità, Servizi sociali, Cultura e Istruzione, Socialità, Animali, Informazione.

Dalla rilevazione, l’indice IPSA è risultato pari a 5,2. Si tratta di un valore che definisce un livello di percezione dello stato dell’ambiente medio basso

(range di percezione stato dell’ambiente livello medio basso =4,6 – 5,9).

La disaggregazione dell’IPSA per area geografica evidenzia che il Centro fa da punto mediano tra due Italie diverse: il Nord, dove supera la sufficienza la valutazione complessiva che i cittadini danno dello stato dell’ambiente, e il Sud in cui questa valutazione è di livello assolutamente basso.

La disaggregazione per età evidenzia l’Italia come “un paese per vecchi”. Sono gli over 54 infatti a valutare meglio lo stato dell’ambiente in cui vivono, seguiti dai giovani, mentre il livello di maggiore insofferenza si registra nella fascia mediana di età, quella tra i 35 e i 54 anni.

La disaggregazione dell’IPSA per livello di istruzione evidenzia che il livello di soddisfazione per lo stato dell’ambiente è inversamente proporzionale al grado di istruzione. Sono i meno istruiti infatti a valutare meglio lo stato dell’ambiente in cui vivono, mentre il livello di maggiore insofferenza si registra tra coloro che hanno un titolo di studi più elevato.

La media IPSA per settore mostra che in nessuno degli ambiti testati, tranne per quel che riguarda l’informazione, il livello di soddisfazione degli intervistati raggiunge la sufficienza.

La disaggregazione per ambiti infatti mostra che riguardo allo stato dell’Ambiente, l’attenzione al Cibo e all’Alimentazione, la Sanità, la Socialità e la Scuola e l’Istruzione il livello di soddisfazione è medio basso.

Assolutamente basso invece il livello di soddisfazione espresso per l’attenzione agli aspetti che riguardano l’impiego di Energia o l’attenzione per gli Animali domestici.

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