Il successo delle rinnovabili e in particolare del solare stanno allarmando le imprese delle vecchie energie fossili. Invece che bloccare gli speculatori, come chiedono giustamente tutti i veri sostenitori delle rinnovabili, si cerca di paralizzare un settore in crescita in tutto il mondo.
Proprio per questo occorre fare chiarezza.
Nel solare fotovoltaico, in particolare, il boom degli scorsi anni ha fatto risparmiare grandi quantità di emissioni di Co2 avvicinandoci agli obiettivi di Kyoto ed al 20/20/20 dell’Unione Europea.
Ma sono stati risparmiati oltre cento milioni di euro da parte delle famiglie italiane e nelle rinnovabili sono stato creati circa 150.000 nuovi posti di lavoro.
Sono stati allacciati circa 350.000 impianti di energia solare e questa produzione diffusa sta cambiando la fisionomia del mercato elettrico.
In realtà i grandi produttori tradizionali di energia da petrolio, carbone e gas sono stati spiazzati dal record raggiunto dalle rinnovabili e dal grande consenso sociale, nonostante non pochi errori di singoli speculatori amplificati da campagne denigratorie ad hoc.
Il costo in bolletta c’è e occorre intervenire distinguendo tra chi ha speculato lucrando profitti davvero sproporzionati rispetto agli investimenti e i tanti operatori corretti che hanno favorito la diffusione di una tecnologia amica dell’ambiente ed che permette l’autoconsumo.
Ma soprattutto bisogna evitare improvvisazioni normative e riconvocare quel CNES, comitato per l’energia solare che permise di confrontarsi prima di varare il conto energia del 2007 che è stato il vero punto di svolta per il solare in Italia.
E le distorsioni successive, dal cd salva – alcoa in poi hanno causato troppa confusione danneggiando gli operatori corretti.