Un anno fa la tragedia nucleare in Giappone ricordava al mondo, nel modo più tragico, come dopo decenni l’energia atomica non aveva mai risolto i suoi rischi drammatici.
Mentre le tecnologie green, dal solare all’efficienza a tutte le altre fonti rinnovabili, hanno fatto passi da giganti, restano gravissimi i rischi d’incidenti nucleari e le scorie radioattive ipotecano i territori per millenni.
La reazione immediata è stata il blocco di tanti programmi nucleari, e in Italia il secondo referendum vinto da una stragrande maggioranza di sì anti-nuke.
Oggi, a un anno di distanza scopriamo che nel mondo sono in costruzione circa sessanta nuove centrali ma alcune, molte vecchie, come quelle spagnole e tedesche, a fine vita non saranno rimpiazzate.
La crescita delle coscienze umane rende sempre più inaccettabile una tecnologia che può provocare la morte per millenni dei territori colpiti, com’è accaduto anche a Chernobyl.
Le lobby economiche non mollano, gli interessi sono ancora tanto forti da contrastare logica e buon senso.
Per questo abbiamo il dovere di non dimenticare e di continuare a sostenere la svolta green nella società e nell’economia.
11 marzo: non dimenticare Fukushima!
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