Si sono riuniti oggi a Durban, in Sudafrica, i 195 Paesi membri delle Nazioni Unite per la 17esima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, la Cop17. I punti principali su cui discutere sono: l’approvazione di un accordo definitivo e vincolante per ridurre le emissioni dei gas serra; la proroga del Protocollo di Kyoto, che scade l’anno prossimo, e la proposta di un Fondo per il clima verde. Già dal primo giorno si aprono le polemiche e si delineano posizioni differenti. La posizione dell’Europa è firmare subito un accordo , vincolante a partire dal 2013. Un accordo però che non intendono sottoscrive Cina, Canada, Giappone, Stati Uniti e Russia. Durante lo scorso vertice a Copenaghen, avevo già sottolineato l’importanza di rinnovare il Protocollo di Kyoto, soprattutto da parte dell’Italia, e la necessità di prendere un accordo concreto contro il riscaldamento climatico.
Se questa decisione non sarà presa le conseguenze ricadranno come sempre sui Paesi in via di sviluppo.
È necessario cambiare il nostro modo di produrre energia e investire sulla green economy perché le emissioni continuano ad aumentare e l’unica soluzione per frenarle è utilizzare fonti rinnovabili.
A Durban si decidono le sorti del Pianeta, è il momento della terza rivoluzione industriale, della convezione verde dell’economia e della società.