
La situazione idrogeologica italiana è in costante peggioramento. A dimostrarlo il “Piano A.N.B.I. 2013 perla Riduzione del Rischio Idrogeologico”, presentato qualche giorno fa durante un incontro cui ho partecipato.
Il 2012 è stato un anno intenso di piogge ed è necessario intervenire al più presto per ridurre i rischi del dissesto idrogeologico. Tanti comuni e più di un milione di edifici sono ad alto rischio di frane e alluvioni. Le calamità idrogeologiche, causate dal cambiamento climatico, dalla forte urbanizzazione e dal consumo di suolo, comportano vittime e hanno un forte impatto sull’agricoltura, sul paesaggio e sul patrimonio artistico e culturale.
Come sottolineato dall’ANBI diventa una priorità europea limitare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo, impedendo l’occupazione di altre aree verdi attraverso interventi, quali il riutilizzo di siti dismessi o gli incentivi all’affitto di case non occupate.
Durante l’incontro ho sottolineato che occorre coordinare gli interventi contro il dissesto idrogeologico realizzati dai ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e da altri enti. Ed è necessario verificare soprattutto che i lavori siano davvero effettuati e con le migliori tecniche, preferendo, ove possibile, interventi di ingegneria naturalistica, meno costosa e impattante.