
Stamane sono intervenuto a un convegno organizzato da Confagricoltura sul tema ‘Acqua e Agricoltura‘.
“Finalmente – ho detto- ci si rende conto che l’allarme che avevo lanciato nel settembre 2007 sulle conseguenze del cambiamento climatico era molto serio e non catastrofista“.
Nei prossimi anni nel Sud Europa, e nel bacino Mediterraneo, le piogge diminuiranno del 5/20%.
Aumenteremmo siccità e alluvioni (le ‘bombe’ d’acqua che citavo, deriso, nel 2007) e, quindi, occorre attrezzarsi con una prevenzione seria, investimenti su un’ agricoltura (ma soprattutto un’industria e città) a risparmio idrico.
Se ci prenderemo cura con tecnologie e intelligenza del territorio, delle acque, e di noi stessi avremmo certo difficoltà, ma saranno superabili ed eviteremo problemi catastrofici.
Con saggezza antica dobbiamo ricordare che acqua e cibo sono strettamente collegati.
Siccità e carestie sono sempre un grande problema e occorre agire per rispettare il ciclo delle acque, tutelate la fertilità dei suoli e aiutare la nostra agricoltura ad essere una risorsa e non un problema per l‘equilibrio ambientale.
Ne abbiamo capacità e competenze, come hanno dimostrato stamane gli interventi di esperti e docenti universitari.
Dobbiamo però obbligare istituzioni distratte o peggio dannose a rimettere al centro delle scelte agricoltura, ambiente e futuro sostenibile senza attendere disastri prevedibili per fare magari affari sulle emergenze successive.
Una risposta a Chi ha sete ha fame e chi ha fame ha sete