Mentre in Italia vengono tagliati 800 milioni di euro per le politiche ambientali e viene abrogata l’APAT, in Gran Bretagna si decide di considerare prioritario il tema ambientale, investendo oltre 125.000 milioni di euro entro il 2020 per gli obiettivi sull’energia rinnovabile.
Se perfino uno come Gordon Brown – famoso per le sue preferenze nucleariste – decide di investire sulle rinnovabili, vuol dire che la cultura ecologista sta facendo breccia.
Nell’apprendere queste notizie, sono due sentimenti contrastanti che mi guidano: la soddisfazione nel vedere che un grande Paese europeo procede con l’investimento nella principale sfida del futuro ed il rammarico nel constatare che in Italia il dibattito politico continua a seguire temi che non hanno nulla a che vedere con le grandi priorità della Terra.
E’ veramente triste apprendere che nel nostro Paese sia i vertici di Confindustria che il Governo – dal Ministro dell’Ambiente a quello dell’Industria – facciano trapelare la volontà di non rispettare il Protocollo di Kyoto.
Nonostante tutto, non è il caso di farsi prendere dallo sconforto. Al contrario dobbiamo rilanciare con forza un impegno che consenta in Italia il risveglio della coscienza ecologista dei cittadini e l’avvio di una profonda rigenerazione della politica, che riguardi tutti coloro che abbiano capacità di indipendenza dagli interessi dei poteri forti, contrari alla salvaguardia del Pianeta.