1 maggio. Green society, better future

La crisi crescente rende questo primo Maggio sempre meno una festa e sempre più un’occasione per riflettere sui cambiamenti necessari al sistema economico e politico mondiale.

Il predominio della finanza speculativa sta diffondendo crisi, povertà e insicurezza.

Le soluzioni proposte sono sempre convenzionali.

Eppure, come nel settore energetico, bisogna cercare soluzioni alternative.

Invece di trivellare anche sotto i ghiacci dell’Artico alla ricerca dell’ultimo petrolio, serve cambiare paradigma energetico e sterzare verso le rinnovabili e la terza rivoluzione industriale.

Per contrastare la rassegnazione e la disperazione bisogna costruire una green society basata non solo su produzione diffusa e indipendenza energetica individuale, ma anche sul ripristino dei diritti elementari come casa, scuola, lavoro e salute.

Certo per fare questo occorre rinunciare a sprechi assurdi che son divenuti ‘bisogni di massa‘, non vietandoli, aumentandone così il fascino, ma diffondendo più consapevolezza e felicità per le cose semplici e le bellezze naturali.

Penso ad esempio al consumare prodotti di stagione e di filiera corta, non una rinuncia o una scelta autarchica, ma uno stile di vita e un piacere del gusto che aiuta i nostri piccoli produttori e riduce le emissioni di CO2.

In questi ultimi anni sono stati creati anche in Italia centinaia di migliaia di nuovigreen jobs‘ eppure, secondo alcuni esperti, nello scorso anno circa 100.000 posti di lavoro ‘verdi’ sono rimasti scoperti per mancanza di candidati.

La scelta del cambiamento non và affidata alla vecchia politica e alle vecchie rappresentanze, deve essere anche una scelta individuale.

Green economy e Green jobs sono realtà ma senza una  green society rischiano di non avere un’anima.

Buon Green primo maggio.

 

 

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