Ci raffreddiamo o ci surriscaldiamo?

Obama e gli Stati Uniti investono centinaia di miliardi di dollari sulla riconversione ecologica dell’economia.
L’Europa ha scelto di combattere contro il grande rischio del cambiamento climatico.
Eppure è bastato un inverno in alcune parti del pianeta un po piú freddo per fare dire a molti che “non è vero che si stia surriscaldando il clima nel globo”.
Noi dobbiamo evitare questi atteggiamenti irrazionali e – soprattutto – strumentali.
Perchè  se è vero che abbiamo avuto in Italia ed in una parte di Europa un inverno rigido, è altrettanto vero che all’estremo nord del nostro continente, vicino al Circolo Polare, ci sono state temperature molto piú calde della media stagionale.
Basta che qualcuno si ricordi The Day After Tomorrow, un grande film che, con molta enfasi, dal cambiamento climatico faceva discendere il grande raffreddamento, non certo il grande surriscaldamento.
Ma la certezza è data dalla comunità scientifica mondiale, che dice in modo chiaro e sostanzialmente unanime che se continuiamo a bruciare combustibili fossili con questo ritmo, provocheremo una catastrofe climatica. Che poi questo si traduca in più caldo afoso in alcune aree, in più freddi glaciale in altre, in alluvioni o uragani, comunque sarebbe un disastro dal punto di vista dell’equilibrio ambientale ma soprattutto delle possibilità di sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta.
Il nostro obiettivo deve essere quindi rilanciare con forza l’applicazione degli accordi scaturiti dal protocollo di Kyoto e la decisione di arrivare a Copenhagen alla fine di quest’anno per trovare le modalità per il rilancio ecologico dell’economia. Il futuro per uscire dalla crisi passa anche da una nuova economia che investa sulle energie dal sole, sulle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico, su una nuova edilizia che costruisca case che producano energia invece di consumarla.
Questa è una sfida che consente anche la realizzazione di milioni di posti di lavoro, fondamentali in questo momento.

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