“L’Italia riparta dalla Blue Economy: trasporto marittimo, cantieri navali e difesa del mare”: stop capitali e manodopera all’estero, Governo favorisca investimenti per la costruzione di nuove navi in Italia.

Incentivi alla cantieristica per rispondere all’emergenza del settore e per superare disoccupazione e cassa integrazione.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Governo non dimentichi che mare e blue economy creano lavoro”.

 

(22 maggio 2020) Si è svolto questa mattina l’evento web dal titolo “L’Italia riparta dalla Blue Economy: trasporto marittimo, cantieri navali e difesa del mare”, promosso dalla Fondazione UniVerde e dall’Agenzia di stampa Italpress in collaborazione con Marevivo, TeleAmbiente e SOS Terra Onlus, e con il supporto di Marnavi e Idroambiente.

L’evento, moderato da Gaspare Borsellino (Direttore Responsabile di Italpress), è stato occasione per rilanciare la centralità della blue economy all’interno della strategia economica nazionale come fattore fondamentale di ripresa post Covid-19.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “Dedichiamo questa iniziativa alla difesa del mare nella Giornata mondiale della biodiversità. Il made in Italy comprende anche le professionalità e le imprese che operano nella difesa del mare, nel trasporto e nella cantieristica. Bisogna dire stop alla delocalizzazione della costruzione di navi e investire anche nella ricerca e tutela del mare. Occorre varare subito la legge Salvamare arricchendola con più fondi e norme. Serve obbligo di valutazione di impatto ambientale sui dissalatori, di barriere antiplastica alla foce di tutti i fiumi, il rilancio dei cantieri navali diffusi e di una blue economy sostenibile”.

Tullio Berlenghi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: “Il trasporto marittimo rappresenta una risorsa straordinaria per il commercio e l’Italia, vanno messe a sistema nuove soluzioni per implementarlo. Dobbiamo migliorare le infrastrutture portuali, in coerenza con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, puntando ad avere porti smart con banchine elettriche e soprattutto verso una ecologia del trasporto navale, garantendo trasferimenti marittimi sempre meno inquinanti. Sul tema della difesa del mare, abbiamo già redatto linee guida che riguardano i criteri di indirizzo sulla gestione degli impianti di dissalazione, questo per dare direttive più stringenti sulle tipologie degli scarichi considerati ammissibili. Confidiamo che la legge Salvamare possa presto concludere il suo iter di approvazione”.

Domenico Ievoli, Presidente di Marnavi: “Potremmo ricostruire una flotta ad alta tecnologia in Italia ma occorrono agevolazioni alla cantieristica. Servono scelte politiche coraggiose e lungimiranti a salvaguardia di una delle tradizioni industriali nazionali più importanti. Si dovrebbero porre le condizioni per permettere ad un armatore, che oggi delocalizza all’estero, di tornare subito ad investire nel nostro Paese, favorendo così la costruzione di nuove navi italiane e impiegando manodopera nostrana. Occorre un intervento ambizioso del Governo che sappia rispondere all’emergenza del settore e superare disoccupazione, cassa integrazione, spostamento di capitali e lavoro all’estero, per tornare ad essere competitivi”.

Carla Ruocco, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario: “Abbiamo il rischio di ricadere nella cassa integrazione su alcuni settori, questa emergenze può essere un enorme danno se continuiamo a insistere su politiche industriali del passato. Quello che sto cercando di portare avanti, nel mio ambito, è sensibilizzare la finanza ad avere una pianificazione. Anche il Governo, finita l’emergenza, dovrebbe fare una pianificazione ad ampio respiro. Si devono prevedere progetti volti alla sostenibilità e alla valorizzare della nostra industria”.

Antonio Cavallo, Componente del Comitato giuridico di Marevivo: “Sul tema dei processi di dissalazione, Marevivo sta sostenendo una importante battaglia affinché la normativa italiana venga aggiornata. L’impatto ambientale degli scarichi dei dissalatori ha raggiunto un’attenzione forte da parte delle comunità locali che, a livello sanitario, chiedono garanzie sulla qualità dell’acqua desalinizzata. Studi tecnici hanno già dimostrato l’impatto reale degli scarichi di salamoia sulla biodiversità marina. Occorre quindi intervenire sui sistemi di dissalazione per garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile”.

L’evento è stato trasmesso in diretta streaming sulle Pagine Facebook della Fondazione UniVerde, di SOS Terra Onlus, di Italpress e di TeleAmbiente che ha rilanciato l’incontro anche in diretta televisiva.

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